Dopo le accuse del Comitato Diritto alla Casa, la replica di Augusto Michelotti

Dopo le accuse del Comitato Diritto alla Casa, la replica di Augusto Michelotti

I componenti del comitato per costruirsi la casa dove gli pare mi fanno troppo onore dichiarando che, avendo governato per anni, avrei contribuito allo sfacelo del territorio. Sarebbe fin troppo facile descrivere ed elencare le lotte e le battaglie (vinte e perse) che ho combattuto per la salvaguardia del territorio, anche in nome e per conto di questi cittadini anonimi dietro la sigla del comitato per il diritto alla casa. Contrariamente a loro, io, che ci ho sempre messo la firma e la faccia, non ho mai chiesto niente in cambio, mentre loro invece sono anche insistenti nel chiedere qualcosa che serve a loro e a loro soltanto a decremento dell’interesse della tutela ambientale, generando una caotica distribuzione di case sparse sul territorio con costi altissimi per lo Stato costretto a rincorrerle per il territorio con i servizi primari minimi indispensabili per un vivere civile. Non esiste nel mondo, in nessuna legislazione urbanistica che si rispetti, la soddisfazione di una richiesta del genere: sarebbe come consegnare il territorio in mano alla speculazione più selvaggia. E siccome i “nostri eroi” affermano di essere informati, lo facciano veramente e si informino su come uno Stato che si rispetti deve gestire il “diritto alla casa” che afferma il sacrosanto diritto di ogni uomo o donna, di ogni nucleo familiare, di avere un tetto decente sotto cui rifugiarsi e lo Stato deve farsene garante, ma non dove vuole il privato cittadino, bensì dove è opportuno secondo una corretta programmazione territoriale, dove conviene costruire nell’interesse comune e non della singola persona. 

“La proposta di poter costruire in terreni agricoli di proprietà familiare da almeno dieci anni, sottostando a prescrizioni e nel rispetto della valorizzazione del paesaggio ormai è nota a tutti”. Non è questo che chiede il comitato? Non credo si debba essere dei geni per capire questa semplicissima ma sconsiderata richiesta, e non è amico del territorio chi fa proposte di questo tipo. D’altra parte in un paese democratico ognuno può dire quello che gli pare e chi governa (non io purtroppo) deve tenerne conto. Non è vero, come voi affermate, che la politica  “deve recepire e valutare le richieste da parte dei cittadini”, la politica seria le valuta ed eventualmente le recepisce quando compatibili con il bene comune e non favorendo gli interessi particolari di un manipolo di cittadini perché a volte si può, anzi si deve dire di no. 

Augusto Michelotti

  Sinistra Unita

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