E la chiamano serietà…

E la chiamano serietà…

Nell’odierno Ufficio di Presidenza si è consumato uno scontro assai acceso sulla richiesta di realizzare qualche risparmio nel fondo in dotazione al Consiglio Grande e Generale. La richiesta da parte della Direzione Generale della Finanza Pubblica, caldeggiata dalla Segreteria Finanze, era arrivata a luglio, con preghiera di comunicare la risposta entro il 16 agosto.

Già nel Consiglio di luglio i gruppi di maggioranza avevano proposto concordemente di eliminare le cene, che sono programmate ogni qualvolta sia prevista una sessione serale. In soldoni, circa 80 mila euro all’anno. Un costo tanto futile quanto inutile. Nulla vieta che ciascun Consigliere ceni dove gli aggrada, come del resto molti fanno già adesso, senza per altro far risparmiare nulla. Il costo della cena è fisso.

La proposta è stata comunicata ai gruppi di opposizione, sollecitando una decisione per la scadenza fissata.

Ma fino a stamattina nulla. L’Ufficio di Presidenza aveva il potere, e il dovere, di decidere, ma quantunque tutti, a parole, fossero d’accordo, dall’opposizione è arrivata una serie di obiezioni a non finire (come di prassi), tanto che non se n’è fatto nulla. Si rimanda (come da prassi) anche per una cosa semplicissima come questa.
E si parla del nulla (come prassi). Anche in questa occasione infatti, si è discusso dello spostamento di un comma, quello relativo al famoso vertice di Palazzo Begni, proposto su istanza della stessa maggioranza. Ma la questione era: lo inseriamo prima o dopo i tre progetti in prima lettura? Ovvero, ne parliamo venerdì mattina o venerdì pomeriggio?

Una questione così vitale per la nostra Repubblica e per nostri concittadini…

Ma questa è l’opposizione, che non avendo nulla da dire si arrampica sugli specchi per fare confusione.

San Marino 9 settembre 2010

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