Fabio Capolla di Il Tempo: Tutti gli uomini di San Marino

Fabio Capolla di Il Tempo: Tutti gli uomini di San Marino

Il Tempo

Di Stefano accusatore. Re delle televisioni private racconta la sua verità sui rapporti tra Tercas e Smib

Tutti gli uomini di San Marino

Teramo. La verità di Di Stefano: i soldi di Tercas per la Banca del Titano

Fabio Capolla

La miglior difesa è l’attacco diceva qualche vecchio allenatore di calcio. E difendersi attaccando lo sta sperimentando anche Francescantonio Di Stefano che presentando opposizione a un decreto ingiuntivo Tercas di circa 23 milioni di euro si permette di fare nomi e anche cognomi, spiattellando i rapporti con San Marino, con l’acquisizione dell’ex banca del titano, poi San Marino International Bank. Banca che aveva attirato grossi investitori come Gianpiero Fiorani e Lele Mora. Un prestito non di poco conto quello ricevuto da Di Stefano, in parte erogato dopo settembre 2011, data delle dimissioni di Di Matteo da direttore generale perché indagato per concorso nella bancarotta del costruttore romano Raffaele Di Mario. Di Stefano, avezzanese è uno dei leader dell’etere, patron di Europa 7, l’imprenditore televisivo che dopo undici anni di battaglia legale e circa cento ricorsi ha ottenuto le frequenze, cui aveva diritto dal ’99, per trasmettere su scala nazionale, è anche possessore del 59,921% della Smib.

Fa opposizione Di Stefano e racconta particolari che sicuramente catturano l’interesse degli investigatori. Soprattutto per quanto riguarda i rapporti con San Marino. Nell’opposizione all’ingiunzione i legali di Di Stefano parlano di «scorretto comportamento della banca» che aveva anche ridotto a dieci giorni i termini per l’opposizione. E al punto 6 comincia il racconto dell’acquisizione della Banca del Titano da parte di Tercas. «Il verso scopo di abbreviare il termine – si legge – può essere ben compreso» così: Intorno alla metà degli anni Duemila Banca Tercas era spinta dalle relazioni con la propria clientela ad acquisire un istituto di credito di diritto Sammarinese». Passaggi9 chiavi con i nomi delle persone coinvolte. «A seguito del commissariamento della Banca del Titano, si presentò per Tercas la ghiotta occasione di tentare l’acquisizione della principale banca del Paese. Furono perciò inviati presso la Banca del Titano e presso la locale autorità di vigilanza, dirigenti e funzionari di Tercas che effettuarono una due diligence della Banca del Titano: in particolare il dott. Marcheselli, il dott. Tito Di Emidio, il dott. Gianni Antonucci, il dott. Lucio Pensilli, il dott Roberto Pietropaoli e altri dirigenti». Un tentativo che sfumò a seguito dell’ostilità di Banca d’Italia, racconta Di Stefano. che criticava la scarsa trasparenza e lo scarso impegno rispetto alle normative antiriciclaggio. San Marino per Banca tercas, secondo Di Stefano era fondamentale. «Costituiva una comoda sponda per risolvere vari problemi di criticità del credito». Ecco quindi la soluzione trovata: «Fu così che venne proposto ad alcuni clienti plusibili ed esposti con la Banca opposta che Tercas finanziasse loro un “portage” perché la Banca del Titano fosse acquisita: possibilmente con altri fondi di cui i clienti disponevano, fondi rimpiazzati dalla disponibilità finanziaria erogata da Tercas (in definitiva a beneficio di se stessa) e messa a disposizione del cliente all’uopo». Un passaggio che sarebbe servito a superare i problemi con l’Autorità di vigilanza italiana. L’impegno di Tercas sarebbe stato quello di riacquisire la banca in un secondo momento. e a tal proposito «Tercas distaccò suoi dipendenti a ricoprire le funzioni apicali di quell’istituto di credito».

Così Alcuni soggetti ricevettero dei finanziamenti perché potessero costituire un’apparente compagine sociale, in realtà approntata dalla Banca, che procedesse a rilevare il 100% della banca Sammarinese, apparentemente di proprietà di terzi ma, nella realtà, di Tercas.

«Di tale impianto esistono importanti prove che possono così riassumersi: a) gli incontri con l’allora commissario della Banca del Titano e con la banca centrale Sanmarrinese svolti ai fini dell’acquisizione furono condotti direttamente da esponenti Tercas ( Antonucci, Pensilli, Di Emidio ed altri) come peraltro consta essere stato accertato anche dalla stessa Banca d’Italia in sede ispettiva. b) La compagine dei soci simulati che procedette all’acquisizione della banca del Titano è costituita integralmente da soggetti legati a Tercas e messi insieme da Tercas. Si tratta di persone indebitate con la banca o legate ad essa da rapporti d’affari, personali o professionali. Nessuno di loro aveva la minima esperienza di attività bancaria. Tra gli altri apparenti soci dell’estemporanea compagine simulata si ricordano: Di Mario Raffaele: costruttore ingentemente affidato da Banca Tercas poi fallito con le sue società: Maurizio Bacci: abituale controparte delle cessioni di crediti non performing di Tercas; Gilberto Sacrati: uno dei principali affidati Tercas, presidente della Fortitudo basket Bologna; Cinzia Ciampani: allora compagna di Di Matteo; Marco Fraticelli: commercialista in stretti rapporti Tercas». Successivamente all’acquisizione fu nominato Direttore Generale della Banca del Titano un dipendente Tercas in aspettativa non retribuita, Roberto Pietropaoli, le cui incombenze relative alla posizione Inps furono personalmente curate dall’allora direttore del personale di Tercas dott. Paolo Falini.

Banca del Titano poi Smib nasce così. E allora ha ragione il presidente della Fondazione Tercas Mario Nuzzo a rimanere perplesso sulla posizione del presidente Lino Nisii. Come faceva a non essere a conoscenza di operazioni di tale portata? Ma la storia di San Marino non finisce qui.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy