Fatti di Via Giacomini, “questione morale nodo cruciale per vero rinnovamento”

Fatti di Via Giacomini, “questione morale nodo cruciale per vero rinnovamento”

Tra gli utenti di Facebook più attivi ed agguerriti in questi giorni con lo scandalo di Via Gino Giacomini c’è Gabriele Geminiani.

Per molti sammarinesi è un volto nuovo, molti altri lo conoscono per la sua progettualità e i suoi trascorsi lavorativi sul Titano. Lo abbiamo contattato per conoscerlo meglio.


Geminiani lei non è sammarinese ma le vicende biancazzurre la stanno coinvolgendo molto. Come mai?

Sì, non sono sammarinese ma da diversi anni sono legato e innamorato di San Marino, a tal punto, da soffrirne quando vedo tante potenzialità inespresse e la mancanza di una visione in una congiuntura così drammatica. 

Rimango estasiato ogni volta che passeggio per le strade del Centro Storico e mi fermo a fissarne uno scorcio, come fosse la prima volta, per non parlare dei tramonti sulla Valmarecchia! E mi dico, questo è il “petrolio” di cui parlava Tonino Guerra, che abbiamo in abbondanza e che non riusciamo a valorizzare perché spesso non lo vediamo neppure”.

 

Sul Monte non è un volto nuovo. A quali progetti ha partecipato?

Chi mi conosce sa che in tutte le iniziative che ho realizzato o a cui ho partecipato, sono stato mosso da una passione irrefrenabile che mi porta a voler fare le cose nel miglior modo possibile, credendo fermamente nel valore del team, della squadra, in cui inserisco a pieno titolo committente, collaboratori e fornitori.

Ma sa, in un paese dove non vi era l’esigenza di fare “le cose ben fatte” e tanto meno di comunicarle, non è facile far comprendere il valore delle idee e della comunicazione. Oggi però con questa crisi nera e i soldi che non piovono più dall’alto, un cambiamento di impostazione e di visioni è d’obbligo. Deve tornare in auge la meritocrazia.

Nel corso degli anni ho avuto modo di dare il mio modesto contributo alla comunità sammarinese nelle più svariate maniere.

Il Cippo di Montepulito, per esempio, è una mia idea, e mi sento onorato che ogni anno delegazioni dall’India, Nepal e Gran Bretagna vengano a visitarlo rendendolo un monumento “vivo”.

Collegato al Cippo, ho ideato un progetto sulla Linea Gotica dal titolo “San Marino Laboratorio e Itinerario di pace” sul quale stiamo lavorando insieme ad alcune Segreterie di Stato. Un modo per mettere la piccola ma virtuosa Repubblica di San Marino, al centro di un dialogo internazionale su temi della pace e della sostenibilità. 

In passato con la Dr.ssa Noemi Ugolini ho realizzato “I Quaderni di emigrazione sammarinese”, 4 quaderni in cui raccoglievo i racconti degli emigranti pubblicati periodicamente nella rubrica “Amarcord, storie di emigrazione sammarinese” da me ideata e pubblicata su Tribuna Sammarinese. Sono storie di sammarinesi che da inizio del ‘900 emigrarono in tutte le parti del mondo: storie di sacrifici immani che in questo preciso momento storico, andrebbero lette alle giovani generazioni, e non solo.

Come project manager ho realizzato “Scenari del ‘900”, una mostra d’arte moderna e contemporanea, un progetto pubblico – privato in cui si univano le opere dello stato con quelle di un istituto bancario sammarinese. Mostra che ha fatto sfoggio di sé anche oltreconfine. 

Sempre come project manager ho realizzato e presentato il video documento con annesso libro “La Scuderia Filibusta” di Jeffrey Zani e Francesco Ceccoli.

Ancora con l’editore “Sorpresa!” ho dato vita alla collana fotografica “Contemporary San Marino” con la prima monografia del fotografo Maria Simone Fiorani.

Ho collaborato per diversi anni con Tribuna Sammarinese dove ho organizzato eventi pubblici e realizzato rubriche tematiche di successo, quali Tribuna Energia, Tribuna Finanza, ecc.

Così come ho organizzato diverse mostre mie e di artisti sammarinesi presso la Chiesetta di Sant’Anna, i Mulini di Canepa, il Museo dell’Emigrante, a Studio Antao e infine Art Gallery 0-24, un progetto editoriale con mostra finale alla Casa del Castello di Domagnano con oltre 30 artisti sammarinesi.

Da tre anni con grandi sforzi realizzo il San Marino Green Festival, evento oramai conosciuto a livello territoriale, regionale e nazionale.

Una bandiera quella del green più che mai attuale con la quale raccontare una San Marino virtuosa oltreconfine.

Queste svariate attività mi hanno concesso di conoscere in maniera dettagliata i vari spaccati socio-culturali sammarinesi e mi consentono quindi di esprimere giudizi e comprendere situazioni apparentemente complesse”.

 

Tra queste situazioni certamente ci sono i fatti di via Giacomini. Perché l’ha presa così a cuore?

“Negli ultimi mesi sono stato colpito, in senso decisamente negativo, da un senso di strapotere e di arroganza manifestati da quelle forze politiche scese in campo in nome del cambiamento e in rotta di collisione con il sistema tradizionale. 

Con il caso “dei festini”, mi sono permesso di esprimere in maniera pacata un parere personale, dettato da una logica elementare inconfutabile, su una pagina FB sammarinese. Qui sono stato minacciato di denuncia e a suo dire denunciato, dal gestore della pagina che è lo stesso che dirige un noto blog. Ecco queste forme di “violenza editoriale” sono fra quelle cose che accendono in me una grande rabbia. Che in parte si è espressa in forma dialettica sulle pagine dei social in questi giorni. 

Mentre parliamo, c’è un giovane movimento SAN MARINO MERITA che nasce da un profondo scontento giovanile per i fatti accaduti in via Gino Giacomini, qualcosa che personalmente scalda e quasi commuove. Quei giovani che si sentono defraudati del loro futuro, in senso ecologico e morale si ribellano!

Io penso che l’etica per un Paese sia una cosa fondamentale, un pilastro della nostra democrazia, che merita il doveroso rispetto. Premesso che tutti siamo umani e possiamo cadere nell’errore, chi contravviene le leggi, deve essere soggetto a precise sanzioni. Nel caso si tratti di personalità istituzionali, c’è l’aggravante del ruolo stesso che ricoprono, colui che legifera e poi trasgredisce le stesse leggi è decisamente un pessimo esempio per la comunità e per i giovani e giovanissime, autentiche spugne. In quel caso la prima cosa che ci si aspetterebbe è un atteggiamento contrito a cui far seguire le pubbliche scuse, se non la remissione del proprio incarico. 

Penso che la questione morale sia un nodo cruciale dal quale ogni percorso di vero rinnovamento non possa prescindere.

Ma il nodo cruciale è l’editoria”. 

In che senso?

“Premetto che ciò che sto per dire non vale per Libertas che è una realtà sana e che rende onore al proprio nome difendendo la libertà di pensiero e opinione.

L’editoria svolge un ruolo determinante in una comunità: informa e deve stimolare la capacità critica e deduttiva dei cittadini nel farsi delle opinioni proprie. Ma in questo caso è importante è che ci sia un giornalismo di qualità.

Il giornalismo di qualità c’è quando abbiamo dei professionisti e una stampa libera in quanto autonoma, che non si deve avvalere di banche, imprenditori o gruppi politici per potersi sostenere. 

Tenendo conto delle esigue quantità di copie vendute, in questo caso mi riferisco al cartaceo, la pubblicità in calo verticale, i costi dei giornalisti e dei servizi, si capisce bene che lo stato deve assolutamente sostenere in maniera importante queste fabbriche di cultura.

Se non si farà un salto di qualità avremo solo dei gran copia/incolla e marchette commerciali o di partito. Per questo credo che il dibattito che è iniziato nell’ultima sessione del Consiglio Grande e Generale debba proseguire e affrontare quella che è ormai un’emergenza”.

 

Difficile essere in disaccordo su questo… Ma torniamo al suo attivismo degli ultimi giorni. Non è che questa rabbia nasconde qualche interesse politico? Oppure deriva da qualche attrito personale con la maggioranza o il governo?

“Come persona, e i tanti che mi conoscono lo sanno, sono stato sempre molto mite e traversale agli schieramenti politici, considerando importante solo la qualità e le tempistiche dei progetti che portavo avanti. Devo dire, ad onor del vero, che per quanto riguarda il San Marino Green Festival, dialogo felicemente con la Segreteria alla Cultura, Territorio, Industria e Turismo. Non sono riuscito a stabilire un rapporto con la Sanità e anche gli Interni non hanno mostrato quell’interesse che mi sarei aspettato. Tuttavia nessun attrito particolare o forma mentale preconcetta. La questione è nata dall’atteggiamento sprezzante tenuto in occasione dei fatti di Gino Giacomini e da quei media che si arrampicavano sugli specchi per ridurre i fatti a qualcosa di assolutamente veniale”.

 

Qual è il suo prossimo progetto che coinvolgerà San Marino?

“Siamo arrivati alla terza edizione del San Marino Green Festival, un progetto invidiato da molti amministratori dei comuni circostanti che ci stanno strizzando l’occhiolino. Ci sono stati anche tentativi di emulazione poco fortunati, perché certe cose non si improvvisano. Quest’anno avremo come sede la deliziosa cornice di Borgo Maggiore e tanti ospiti davvero importanti. La cosa fantastica è che, nonostante la scarsità di mezzi economici, sono riuscito a costruire una squadra di persone e di professionalità straordinaria, che ha, permettetemi la battuta, come unica pecca quella di non tener conto delle ‘quote azzurre’”.

 

digià

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