Fine ingloriosa di una maggioranza

Fine ingloriosa di una maggioranza

Eravamo stati facili profeti. Purtroppo. Cercare di imporre la stessa maggioranza (salvo minimi aggiustamenti) che aveva fallito due volte, che aveva portato il Paese sul baratro degli scandali, senza il supporto di un progetto politico nuovo e forte, senza i numeri, e senza il consenso della gente (questo è il dato più grave), non poteva fare altro che fallire.

Non c’è due senza tre. La cronologia dei fatti di questi giorni ha solo un merito: quello di aver battuto perfino il record del famoso governo di tre ore. Quest’ultimo è morto direttamente sul nascere. Il problema è che si è perso ancora tempo prezioso, dopo anni di immobilismo e di continui rinvii che hanno inevitabilmente portato alla recessione, sia della politica, sia dell’economia, sia delle riforme utili a traghettare San Marino in questi difficili anni 2000.

Non si può pretendere di governare in forza dei ricatti, degli accomodamenti, di impossibili alchimie numeriche. Questa stagione è finita.

C’è un momento in cui bisogna saper mettere da parte gli interessi privati, personali e di partito per guardare all’interesse collettivo. C’è un momento in cui, ciascuno di noi deve poter mettere a disposizione dello Stato il meglio di sé, al di sopra del proprio ruolo e della propria posizione. Gli esempi sono venuti da AP, che ha aperto la crisi in una maggioranza fatiscente mettendone a nudo tutte le contraddizioni; e recentemente dai Consiglieri Berardi e Ottaviani, che di fatto hanno fermato l’ostinazione di quella stessa maggioranza a proseguire un impossibile cammino.

Ora la strada è tutta in salita. Il futuro non è rosa, perché l’eredità lasciata dai partiti della sinistra è un fardello gravissimo, le cui conseguenze peseranno non poco negli anni a venire. Tutto ciò, nel contesto di una legge elettorale che impone nuovi rapporti tra i partiti e soprattutto la capacità di aggregare le forze a disposizione intorno a un nuovo progetto e un nuovo metodo. Ma soprattutto nel quadro di un rapporto bilaterale Italia – San Marino che mai nella sua storia ha segnato livelli così bassi e che deve poter essere recuperato nell’ambito di relazioni in cui si ritrovino la fiducia e il rispetto reciproci.

La situazione è resa ancor più difficile da un’arroganza che è dura a morire. Ma l’obiettivo non è impossibile. Anzi è la sfida dei prossimi mesi. Una sfida alla quale i Popolari non mancheranno di portare il loro contributo.

San Marino 22 luglio 2008

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