Fondazione San Marino, Tito Masi. Intervista di Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino

Fondazione San Marino, Tito Masi. Intervista di Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino

Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino tratta della ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, intervistando Tito Masi, Presidente della Fondazione San Marino, che di detta banca ha la proprietà. 

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Quali sono le ipotesi di intervento dello Stato, presidente Masi? «Il 23 gennaio scorso, nell ’ambito dei contatti che ho sempre mantenuto con governo e forze politiche di maggioranza e opposizione, ho prospettato ai capigruppo due ipotesi per l’aumento di capitale sociale: la prima da attuarsi attraverso un intervento diretto dello Stato nel capitale della Cassa, la seconda attraverso un finanziamento dello Stato alla Fondazione affinché l’aumento di capitale potesse essere sottoscritto direttamente dalla Fondazione. L’ipotesi di Cassa è di un rafforzamento patrimoniale di 150 milioni, derivanti per 60 milioni dallo Stato, 10 milioni dalla Fondazione, altrettanti dalla Sums. Per gli altri 70 milioni che mancano, potrebbero derivare da un prestito obbligazionario subordinato convertibile: ossia, la Cassa emette obbligazioni ad un tasso molto remunerativo che, dopo due anni, possono essere trasformate da chi le ha sottoscritte in azioni della Cassa di risparmio; un modo per realizzare una forma di azionariato diffuso e popolare, coinvolgendo cittadini».

Lo stato rientrerebbe dei soldi? «Nel caso dell’investimento, si tratterebbe di un finanziamento temporaneo: una volta normalizzati i rapporti con l’Italia e con Bankitalia, e garantita la piena operatività delle banche di San Marino, crediamo non saremo più in difficoltà e sarebbe magari opportuno prevedere l’ingresso di una primaria banca internazionale in Cassa. Ma ad oggi, le porte sono chiuse. Sono situazioni diverse quelle di Credito sammarinese (dove si è intervenuti per chiudere un buco e la società è in corso di liquidazione), e quella della Banca del Titano. Qui l’operazione è diversa: si tratta di investimento per sostenere la Cassa, non c’è un buco da ripianare».

E’ calcolato il rischio di una condanna a Forlì? «La segreteria alle Finanze è a conoscenza della situazione attuale di Carisp anche sul fronte giudiziario. Con riferimento al procedimento di Forlì, un’eventuale condanna non sarebbe pregiudizievole per la stabilità di Cassa. I numeri, non mi sento di farli».

Prenderà lei il posto di Sibani alla presidenza della Cassa? «Sono impegnato nella ricerca di una persona che sia autorevole, con indipendenza di giudizio e che sia un sammarinese, così come ha chiesto il Cda della mia Fondazione. Alcuni mi hanno chiesto di fare il presidente, ma non ho dato questa disponibilità ». 

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