Ieri si è consumato nel Tribunale della Repubblica di San Marino l’ultima difesa dei clienti di finanziarie sammarinesi (di cui la maggior parte
residenti nel Riminese) contro la trasmissione
dei documenti relativi alle inchieste delle Procure di Forlì e di Roma
nell’ambito delle rogatorie Smi (San
Marino Investimenti) e Carifin,
la finanziaria di Cassa di Risparmio di San Marino.
Ne riferisce Il Resto del Carlino.
«Da questo processo si ha l’impressione che San Marino non abbia piu’ motivo di essere», dice in corridoio l’avvocato Stefano Brandina, del foro di Rimini, prima di entrare in aula per difendere la posizione dei suoi assistiti, ex clienti Smi, la finanziaria del conte Enrico Maria Pasquini, ex ambasciatore sammarinese in Spagna, indagato per riciclaggio.
«Queste persone – ha detto l’avvocato Filippo Cocco di Rimini – non hanno commesso reato, hanno portato ingenti somme a San Marino per la riservatezza che questo Stato garantisce». Su quelle somme, secondo i difensori dei clienti Smi, sarebbero state gia’ pagate le tasse in Italia, mandare i nominativi in Italia sarebbe «un danno gratuito» e un’istigazione a nuovi controlli fiscali.
Accadde oggi, pillola di storia sammarinese