GOVERNO. UNA CRISI ATTESA MA ACCELERATA, INCOGNITA ITALIA Agenzia Dire-Torre1

GOVERNO. UNA CRISI ATTESA MA ACCELERATA, INCOGNITA ITALIA Agenzia Dire-Torre1

DOMANI VALENTINI E MULARONI A ROMA: ADDIO A BLACK LIST A RISCHIO
Sicuramente e’ stato uno dei piu’ longevi dell’ultimo decennio politico sul Titano. Ma l’ora
fatidica, dopo quasi quattro anni, e’ scoccata anche per l’esecutivo targato Patto per San Marino: le 9.55 di lunedi’ 16 luglio. I Capitani Reggenti, Maurizio Rattini e Italo Righi,
aprendo i lavori del Consiglio grande e generale, hanno infatti letto le lettere di ritiro di delegazione di governo e di sostegno alla maggioranza da parte del Nuovo partito socialista e
dei Moderati, e le conseguenti lettere di dimissioni dei rispettivi segretari di Stato, Augusto Casali (Giustizia) e Romeo Morri (Cultura). E ora le incognite piu’ grandi riguardano il
rapporto bilaterale con l’Italia appena e molto faticosamente riavviato.
   Domani infatti i segretari di Stato, Antonella Mularoni e Pasquale Valentini, rispettivamente responsabili per gli Affari esteri e per le Finanze, hanno in agenda un incontro al Mef a
Roma. Si parlera’ certamente di black list e di tempi di ratifica dell’accordo sulle doppie imposizioni da parte del parlamento italiano. In aggiunta, si vocifera che sul tavolo ci sia anche la possibilita’ di sospendere temporaneamente gli effetti del decreto incentivi e quindi della black list fino a quando non arrivera’ la sperata ratifica.
  Dopo lo strappo di Casali e Morri, difficile parlare di sorpresa. Dopo la nascita ufficiale del
gruppo del Partito socialista la scorsa settimana, uscito dalla fusione tra Nps e Partito socialista riformista sammarinese, e i necrologi da parte di Casali sull’ormai ex maggioranza, la crisi di governo era nell’aria. Ma una brusca accelerata c’e’ comunque stata durante il week-end. Per questa mattina alle 8 era infatti fissato un incontro a Palazzo pubblico tra una delegazione del Partito democratico cristiano sammarinese e i Socialisti. E le facce scure all’uscita, dopo circa un’ora, non facevano presagire nulla di buono. Pochi sorrisi e molti silenzi, mentre la tensione sale e ai giornalisti presenti e’ cortesemente chiesto di non
uscire dalla sala stampa. A Palazzo, intanto, rientra Morri per raggiungere il quasi ex collega Casali di fronte alle sale della Reggenza. Un foglio in mano. E il ritiro della delegazione di
governo da parte dei due partiti si fa sempre piu’ probabile.
   Per la certezza basta attendere pochi minuti. In Aula riprendono i lavori del Parlamento e arriva l’annuncio dei Capitani reggenti. Governo finito, o quasi. I tentativi di rianimazione sono gia’ in corso. Il Pdcs riunira’ gli organi di partito nel primo pomeriggio, mentre alle 16.30 nella sede di Alleanza popolare l’esecutivo del Patto si riunira’ con i capigruppo. Si provera’ a dare ossigeno, ma la legge elettorale parla chiaro: nessuna possibilita’ di ribaltone. Intanto in Aula la seduta prosegue in un clima quasi surreale. Passa la ricapitalizzazione della Cassa di risparmio, nonostante le forti critiche espresse da Sinistra unita e Unione per la Repubblica sul metodo, sulla presenza di conflitti di interesse e su una serie di emendamenti inseriti all’ultimo minuto che con l’istituto hanno poco a che fare.
   Per qualcuno e’ gia’ campagna elettorale ma intanto, a voto avvenuto, la Reggenza stoppa i lavori e convoca per domani congresso di Stato e Ufficio di presidenza. La prassi vuole che
venga poi riunito di nuovo il Consiglio grande e generale per discutere: dopodiche’ dopo un minimo di 90 giorni si puo’ tornare alle urne.

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