Grazia Buscaglia di Il Resto del Carlino: Maxi truffa dell’Iva, sequestrati conti correnti e ville

Grazia Buscaglia di Il Resto del Carlino: Maxi truffa dell’Iva, sequestrati conti correnti e ville

Il Resto del Carlino Rimini

Denunciate 55 persone, nei guai 4 riminesi ed un sammarinese 

Maxi truffa dell’Iva, sequestrati conti correnti e ville 

Frode carosello. Compravano pc e materiale fotografico all’estero, ma non versavano l’imposta

Grazia Buscaglia

Iva evasa  per quasi sette milioni e mezzo di euro a fronte di operazioni imponibili per 40 milioni di euro. Ancora una lunga storia di frode carosello scoperta dalla Finanza di Rimini, su delega del pubblico ministero Davide Ercolani. E ieri le indagini hanno portato ai primi sequestri. Così sono stati diciannove gli immobili tra Rimini e Bologna ai quali hanno apposto i sigilli: tra questi una villetta a Riccione e un complesso immobiliare con otto appartamenti a Rimini per un totale di circa due milioni di euro. Questa è la prima parte dell’operazione messa a segno dagli uomini del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Rimini che ieri hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo ‘per equivalente’ emesso dal gip, Vinicio Cantarini, del tribunale di Rimini, decreto disposto dopo mesi di indagini che hanno portato alla luce un’associazione a delinquere finalizzata all’emissione ed all’utilizzo di fatture per operazioni false o addirittura inesistenti. Un copione ben consolidato quello delle cosiddette frodi carosello. Sono state denunciate ben 55 persone (quattro riminesi e un sammarinese) in tutta Italia e le indagini hanno coinvolto quaranta società. A reggere le fila della frode, stando alle accuse, sarebbero stati cinque imprenditori bolognesi (Alessandro Golinelli, classe ’73; Marco Golinelli, classe 1960 Castel San Pietro; Fausto Rosso, classe 1948, Bologna; Mario Golinelli, classe 1935, Bologna; Cinzia Golinelli, classe 1959, Bologna) ed un sammarinese Maurizio Stefanelli, classe 1953. I sei sono stati denunciati per associazione a delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti mentre le accuse per gli altri 49 variano da emissione o utilizzo di fatture inesistenti. La storia è presto detto. Gli indagati acquistavano in Germania, Austria, Olanda computer, telefonini di ultimissima generazione e componenti fotografici e poi li facevano entrare in Italia, attraverso l’utilizzo di alcune società, senza pagare l’Iva. Tre le ‘cartiere’ utilizzate in provincia, a Coriano, Riccione e Bellaria. Merce che poi vendevano,con altre passaggi a svariate società ad Iva sempre minore rispetto a quella ufficiale con grande ‘risparmio’ e convenienza per l’acquirente. E le operazioni imponibili messe insieme dal gruppo, tra il 2004 ed il 2012, ammontano alla bellezza di 40 milioni di euro per ben 7 milioni e 436.025 di Iva evasa. Questo quanto emerso dalle indagini che hanno portato al sequestro per equivalente dei 19 immobili. Ma sono stati anche sequestrati trenta conti correnti ai sei maggiori indagati. Ancora da stabilire la cifra che gli uomini della Finanza hanno trovato nei diversi conti. Sono state sequestrate le quote di tre società di capitali con sede a Bologna, Bergamo e San Marino. Per poter avere la disponibilità dei conti correnti situati sul Titano, la Finanza si è avvalsa di una rogatoria internazionale, subito accolta dall’autorità giudiziaria della Repubblica di San Marino.

Grazia Buscaglia

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