Riceviamo e pubblichiamo la lettera della signora Annasilvia Gamberini giunta alla nostra redazione:
“Buongiorno,
vorrei segnalare quanto accaduto ieri, mercoledì 27 ottobre, su una mia proprietà a Valle Sant’Anastasio (Italia), confinante con Fiorentino (Rsm), ai fini della redazione di un articolo sul Vostro sito.
Tra il cancello di accesso e la villetta stavano lavorando degli operai su mio incarico per la sistemazione dello stradello.
Ad un certo punto sono arrivati dei cacciatori provenienti da Fiorentino, sammarinesi, tutti dotati di carabina, che hanno oltrepassato il mio cancello noncuranti del cartello di proprietà privata, della presenza di un cancello, del cartello divieto di caccia (con autorizzazione della regione Marche) e del fatto che stavano oltrepassando il confine di Stato e che quindi non avevano alcuna autorizzazione a cacciare in Italia, non erano neppure rispettate le distanze minime di legge dalle strade e dalle case. Uno di loro ha fatto il suo bell’appostamento a lato dello stradello privato prima della casa attendendo che un’eventuale cinghiale scappasse dal mio giardino verso il cancello.
Gli operai si sono lamentati per la pericolosità della situazione, ma i cacciatori hanno risposto che potevano fare tutto ed hanno addirittura richiesto agli operai di non fare rumori molesti!
Sono rimasti fino a quando mio marito, nel pomeriggio avvisato dagli operai della situazione, ha fatto segnalazione ai Carabinieri di Rimini, Riccione, Novafeltria, Macerata Feltria ed alla Forestale italiana e sammarinese e si è recato sul posto ove per farli andare via ha dovuto insistere e telefonare in diretta alla Gendarmeria sammarinese.
Solo a quel punto hanno abbandonato la proprietà privata non senza eccezioni.
Evito ogni commento ma ritengo che ogni lettore debba riflettere sui comportamenti di queste persone e sull’anacronismo di una pratica non compatibile in un territorio urbanizzato come il nostro.
Ringrazio e porgo i migliori saluti”.
Annasilvia Gamberini
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