Riunito il Direttivo dei Popolari
La politica ha perso l’occasione di voltare pagina
Tutte le consultazioni elettorali hanno una valenza politica. Compreso il referendum del 16 marzo scorso. Per questo, i 7600 sì, che hanno sfondato il muro della campagna astensionistica e non si sono lasciati intimidire dal braccio di forza innestato dai conservatori, hanno un grande peso.
Ma questo risultato vuol anche dire che non si potrà più parlare di moralizzare il voto estero, che rimane terreno di conquista dei grandi manovratori e che continuerà a riservarci scene come quelle del 6 giugno 2006, vergognose per la democrazia e per i diritti umani. Anzi, peggio, si stanno già cercando nuovi territori di pascolo.
Questo vuol anche dire che il sistema delle cordate continuerà a viziare la composizione del Consiglio Grande e Generale, con i poteri forti (così cari a certe forze politiche) che prevarranno sul responso popolare.
“La politica ha perso una grande occasione di voltare pagina”.
Tagliente il giudizio del Segretario dei Popolari Angela Venturini sul risultato della recente tornata referendaria e sul voltafaccia consumato da alcuni partiti rispetto alle posizioni sostenute storicamente. Una valutazione condivisa all’unanimità dal Direttivo del partito, riunitosi mercoledì sera 26 marzo.
Tre partitini schierati contro la potenza dei manovratori del voto, numericamente hanno perso, ma hanno vinto moralmente. Le conseguenze politiche stanno già venendo avanti. La maggioranza fallimentare che da due anni governa il Paese è in cerca di ulteriori sostegni, pronta a premiare i grandi sostenitori del “no” e a penalizzare chi come Ponzio Pilato si è messo dalla parte del “ni”.
Ma la gente è veramente stanca di questo meteorismo politico, dove il tatticismo ha ormai prevaricato i contenuti programmatici. Un tempo si diceva che il fine giustifica i mezzi. Oggi i fini non ci sono più. Sono i rimasti i mezzi. Naturalmente mezzi pubblici, attraverso cui si alimenta il potere, che diventa sempre più autoreferenziale, grazie alle immense ricchezze che dovrebbero essere patrimonio comune. Si pensi alle manovre in atto sul territorio e alle speculazioni nei più disparati settori: dalle antenne al gioco d’azzardo, dalla centrale del latte al risparmio energetico, dalla raccolta differenziata alle lottizzazioni. Si pensi al problema delle residenze, alle regalie consolari e diplomatiche, alla sfrenata gestione clientelare della PA.
Alla faccia dei progetti riformisti!
“E’ necessario dare voce e significato alle migliaia di cittadini che hanno detto sì al referendum e no a questo sistema” è stata la valutazione del Direttivo dei Popolari, deciso ad inaugurare una nuova stagione di dialogo che, in ottemperanza alla nuova legge elettorale, possa dare vigore alle forze politiche che condividono un progetto alternativo al sistema attuale. Il percorso da seguire è cementare i rapporti che si sono costruiti con la creazione dell’Unione dei Moderati e con i partiti che hanno sostenuto il referendum. Quindi, lavorare sempre più vicini alla gente e alle sue esigenze inascoltate anche con una forte presenza in Consiglio. Contestualmente, preparasi alle prossime scadenze elettorali mettendo insieme uomini e idee capaci appunto di dare una risposta valida a tutti quei cittadini che hanno detto “sì”.
San Marino 27 marzo 2008