I produttori di latte sammarinesi esprimono vivo rammarico per il non accoglimento del progetto tutto sammarinese per la gestione della Centrale del Latte.
Per il rilancio e lo sviluppo del settore lattiero-caseario è fondamentale attivare sinergie locali e non perdere la propria identità, il legame con il territorio e le tradizioni. Per soddisfare i principali bisogni del consumatore – sicurezza alimentare, qualità, genuinità, – poter rimanere sul mercato, essere competitivi, in un’epoca contraddistinta dalla globalizzazione, è necessario tutelare la tipicità delle nostre produzioni, salvaguardare le nostre tradizioni e peculiarità.
Pertanto un progetto a carattere prevalentemente industriale, dove il latte proveniente dagli allevamenti sammarinesi rappresenta una piccolissima parte del volume di latte lavorato giornalmente, in quanto è prevista una lavorazione giornaliera di latte enormemente superiore a quello prodotto in territorio, con conseguente movimentazione e stoccaggio di latte elevati, lo riteniamo sproporzionato e sovradimensionato per il nostro territorio.
Riguardo l’intervento del Segretario all’Agricoltura nella seduta u.s. del Consiglio Grande e Generale concordiamo perfettamente sull’affidabilità dell’azienda, ma ciò che potrebbe destare preoccupazione è proprio il superamento delle quote latte da parte della Cooperativa Lombarda.
Nell’Unione Europea, il settore lattiero-caseario, è regolato da precise norme relative alle quantità di latte prodotto e trasformato. La commercializzazione del latte bovino è soggetta a limiti attraverso la fissazione di quantitativi di riferimento nazionali (quote) da non superare.
Il termine “regime” sta appunto a significare che i Soggetti che a vari livelli operano nel comparto devono attenersi a regole inderogabili, pena la comminazione di severe sanzioni.
Qualche riflessione è quindi legittima, riportiamo uno stralcio dell’articolo di un esponente di Sinistra Unita apparso sulla stampa il mese scorso:” Ora!… Pensate che simpatica cosa sarebbe se fra qualche anno uno zelante funzionario dell’Unione Europea ci dovesse domandare spiegazioni su qualche centinaia di tonnellata di formaggi molli o stagionati, latte fresco o yogurt che invadessero il suolo commerciale del mercato unico europeo… Il tutto alla faccia delle politiche agrarie europee e delle sue quote produttive. Questa volta la domanda al nostro Governo sarebbe: “Ma quante vacche avete nella Repubblica di San Marino?” ed ovvia ne sarebbe la risposta: “Cari signori,…poche vacche su 60 Kmq ma sicuramente una sola grande…. Bufala!”.
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