I sindacati, a San Marino, sul piede di guerra

I sindacati, a San Marino, sul piede di guerra

Occorre, a San Marino, che il governo – con la maggioranza che lo sostiene, Patto per San Marino, tutta unita – non sbagli una mossa se vuol portare il Paese fuori dall’attuale situazione di rischio, con una
manovra straordinaria vera. Una manovra straordinaria da realizzare in piena trasparenza, con la collaborazione anche dei partiti di opposizione, con l’aiuto delle forze sindacali ed il consenso – perché no – della gente.

Non pare, purtroppo, che le cose si stiano mettendo sul binario indicato a leggere, ad esempio, quanto deciso dalla Segreteria della Centrale Sindacale Unitaria.
Una lettera da inviare al Governo con la richiesta di confronto sulla manovra economica straordinaria, a partire dalla necessità di conoscere lo stato reale dei conti pubblici. Una serata pubblica di denuncia e di proposta sulla sicurezza sul lavoro e sul lavoro nero, aspetti questi tra loro intrecciati. Sono le prime iniziative decise dalla Segreteria della Centrale Sindacale Unitaria riunitasi oggi pomeriggio.

La Segreteria CSU ha ribadito la pressante necessità che il Governo apra rapidamente il confronto chiesto ripetutamente dal Sindacato sui principali problemi del paese, relativi all’emergenza economico-occupazionale, alla fuoriuscita da San Marino di importanti aziende produttive per effetto del decreto incentivi, che determina il fenomeno del frontalierato alla rovescia, al nodo cruciale dei rapporti con lo stato italiano, alla decadenza delle sanzioni sul lavoro.

Il Governo deve avviare urgentemente questi tavoli di confronto e fornire quelle risposte che i lavoratori e i cittadini chiedono da troppo tempo, fin dall’avvio della campagna della CSU ‘Rompiamo l’immobilismo’.‘ (comunicato Csu)

D’altra parte lo stesso governo non pare davvero essere partito col piede giusto visto che ancora non si è premurato di fugare i
dubbi interpretativi sul decreto del 6 agosto scorso, il primo dei provvedimenti della suddetta manovra straordinaria.
E non è certo un bel segnale, per la tenuta della maggioranza, la
notizia che i consiglieri Europopolari si costituiranno in gruppo autonomo, non rispettando, di fatto, quanto fatto intendere agli elettori il 9 novembre 2008.

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