Il Pdcs sulla crisi di governo

Quindici giorni fa, raccogliendo l’allarme che veniva ormai da tutti i cittadini e dalle organizzazioni sociali ed economiche, ci domandavamo cosa doveva ancora accadere per porre fine alla “strisciante” crisi politica che da troppi mesi teneva paralizzato il Paese.
Ora un elemento di chiarezza è accaduto: AP, con coraggio e con responsabilità, ha ritirato la propria delegazione di governo, dichiarando concluso un percorso politico che da tanto tempo, per le gravi contraddizioni emerse, aveva mostrato la sua inadeguatezza rispetto alla esigenza crescente di interpretare in modo efficace l’interesse generale.
Le cause di questo fallimento saranno oggetto di più approfondite analisi nei prossimi giorni, in particolare nell’ambito del dibattito sulla crisi che, presumibilmente, verrà programmato per la prossima settimana.
Intanto però, da subito, anche alla luce di uno stato delle relazioni che sembra aggravarsi ogni giorno, si rende necessaria un’azione forte e determinata per ristabilire con l’Italia un clima di fiducia e di rispetto che salvaguardi l’operatività che gli accordi fra i due stati hanno sancito e crei le condizioni per nuovi traguardi, indispensabili per dare stabilità e prospettiva futura a tutto il nostro sistema economico e sociale. A ciò si aggiunge la domanda crescente di stabilità del quadro politico che potrà avvenire solo quando le forze in campo, alla luce della nuova legge elettorale, saranno in grado di presentarsi agli elettori con una proposta di coalizioni ben individuate nei programmi e nella composizione.
Guardiamo dunque all’apertura di questa crisi con grande fiducia, non solo perché conclude una fase molto negativa per il nostro Paese, ma, soprattutto, perché vediamo nella trasparenza e nella responsabilità del gesto di AP e nel lavoro che le forze di opposizione da tempo hanno messo in atto le premesse e le condizioni per dare risposte a queste due emergenze che ormai inderogabilmente incombono.