Il Resto del Carlino, Pesaro, operazione Vulcano. Coinvolti il notaio Enrico Marchionni e il commercialista Francesco Pierangeli

Il Resto del Carlino, Pesaro, operazione Vulcano. Coinvolti il notaio Enrico Marchionni e il commercialista Francesco Pierangeli

Segue aggiornamento

Il Resto del Carlino, Pesaro

Inchiesta sulla camorra: nei guai due professionisti
Un notaio e un commercialista

Oltre ad Enrico Marchionni anche Francesco Pierangeli di Marotta. Altri pesaresi sotto indagine. Ecco i nomi

Pesaro, 16 dicembre 2012 – C’E’ ANCHE il notaio Enrico Marchionni di Pesaro tra i cento indagati dell’inchiesta «Vulcano», che l’altro ieri ha portato in carcere 18 persone tra cui il capo dell’organizzazione dededita al recupero crediti-estorsione Francesco Vallefuoco. Il notaio pesarese è indagato per concorso nell’attività criminose di una banda di campani legati alla camorra e di faccendieri di San Marino, ugualmente legati alla camorra.

La «colpa» di Marchionni è stata quella di aver rogitato nel giugno 2009 la vendita fittizia di due villini di Montelicciano, nel comune di Monte Grimano Terme intestati a tale Roberto Zavoli di San Marino che cedeva gli immobili fittiziamente a due propri prestanomi incassando 340mila euro. Soldi messi a disposizione dall’agenzia di Pesaro della Cassa di Risparmio di Teramo. Scrivono gli inquirenti della Dda di Bologna: «L’operazione di vendita simulata veniva gestita dal  ***, con il concorso del notaio e di Francesco Ridolfi. direttore della filiale di Pesaro della Tercas. Quest’ultimo, assieme al perito della banca, avrebbe a sua volta incassato una c.d. “merenda” (ossia una “mazzetta” da 40 mila euro) in cambio dell’ erogazione di due finanziamenti per complessivi 340 mila euro intestati agli acquirenti fittizi Luigi Lizza e Sauro Cancellieri. Tale denaro veniva poi trasferito dai conti accesi dagli acquirenti fittizi presso la Tercas di Pesaro a quelli di San Marino intestati alla società di Roberto Zavoli. I due immobili in questione facevano parte di un complesso edilizio intestato allo stesso Zavoli ma di fatto di proprietà dell’organizzazione criminale campana».

Nell’inchiesta spunta tra gli indagati anche il commercialista di Marotta Francesco Pierangeli, che si rivolge spesso a Francesco Vallefuoco per difendersi dalle minacce di un presunto creditore che voleva cospargere di benzina il commercialista dandogli fuoco.

TRA le vittime delle estorsioni invece, c’è anche l’ex sindaco di Sassocorvaro Oriano Giacomi che piange al telefono di fronte alle pretese della banda. Chi invece non piange ma denuncia tutti è l’imprenditore fanese Tiziano Fabbrocile, che contattato dalla banda per un presunto debito da pagare ad un altro imprenditore, capisce di avere a che fare con dei malviventi. E di conseguenza si rivolge all’avvocato e poi ai carabinieri, mettendoli in fuga.

Articolo modificato a seguito di provvedimento
di “Il garante per la tutela della riservatezza dei dati personali” 
della Repubblica di San Marino, 1 luglio 2016, Prot.n.99/2016 GAR

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