Il segreto bancario scricchiola. Valerio Stroppa, ItaliaOggi

Il segreto bancario scricchiola. Valerio Stroppa, ItaliaOggi

Segreto bancario – Austria, Lussemburgo e Svizzera pronti a fare concessioni per non entrare nella black list, e un’intesa tra Austria, Svizzera e Lussemburgo per evitare l’inserimento nella black list.
Il segreto bancario scricchiola. Più dialogo su frodi tributarie e trattamento delle rendite.

Valerio STROPPA, ItaliaOggi
Dialogo più produttivo contro le frodi tributarie e possibile ammorbidimento sulla fiscalità dei risparmi per evitare di finire nella lista nera dei paradisi fiscali che il prossimo G-20 potrebbé stilare. È quanto hanno convenuto i ministri delle finanze di Svizzera, Austria e Lussemburgo in una riunione che si è tenuta domenica scorsa proprio nel Granducato lussemburghese. I responsabili dell’Economia dei tre paesi, tuttavia, hanno ribadito ai media al termine del meeting la propria volontà di difendere il segreto bancario, in quanto, riporta swissinfo.ch, «strumento di protezione della sfera privata dei cittadini e più in generale dei cittadini europei». Strada sbarrata, al momento, anche all’ipotesi di flussi informativi transfrontalieri da svolgere in maniera automatica (come accade nella maggior parte dei paesi appartenenti all’Unione europea), ma lo scambio di dati e notizie potrebbe avvenire soltanto su apposita richiesta.

Cooperazione.

Un dialogo maggiormente incisivo con i paesi stranieri e le rispettive autorità competenti per accrescere la lotta ai reati tributari. L’intento comune è stato espresso dai ministri delle finanze di Lussemburgo, Svizzera e Austria, rispettivamente Luc Frieden, ans-Rudolf Merz e Josef Proll. Un proposito che, nella pratica, resta ancora tutto da definire. Tra le ipotesi operative tirate in ballo, per esempio, c’è l’applicazione della convezione Ocse che dispone assistenza giuridica anche in caso di sospetta evasione fiscale. Al momento, infatti, l’autorità giudiziaria elvetica può imporre agli operatori finanziari di far venir meno il segreto bancario nei casi di frode, ma non in quelli di «semplice» sottrazione all’imposta. L’obiettivo dei tre paesi, comunque, è quello di non essere inclusi nella black list che gli stati partecipanti al prossimo G-20 di Londra, in programma il 2 aprile, potrebbero mettere a punto. A tale proposito, sia il lussemburghese Frieden sia lo svizzero Merz hanno auspicato un coinvolgimento preventivo dei rispettivi governi prima della redazione dell’elenco. Tutti e tre i paesi, spiega una nota del dipartimento federale delle finanze svizzero, «hanno unanimemente ribadito che né la Svizzera, né l’Austria né il Lussemburgo sono paradisi fiscali e affermato che l’atteggiamento unilaterale di singoli stati del G-20 in vista dell’incontro del prossimo 2 aprile è inaccettabile». Il summit londinese servirà ai 20 paesi per delineare una strategia comune che possa portare all’emersione di una cifra enorme (si parla di oltre 5.500 miliardi di euro), che sarebbero nascosti nei Caveau delle banche degli stati a tassazione privilegiata.

Segreto bancario.

Venerdì scorso il Consiglio federale elvetico ha deliberato il mantenimento del segreto bancario, vale a dire la riservatezza sui dati dei clienti degli istituti di credito del paese. «Lo scopo de-l segreto bancario», si legge in un comunicato delle Finanze rossocrociate, «non è quello di proteggere i reati fiscali che, peraltro, sono perseguibili anche in Svizzera». Nella stessa seduta, tuttavia, il Consiglio ha preso la decisione di potenziare la collaborazione con i paesi esteri contro i reati fiscali, avviando partnership anche sul trattamento tributario delle rendite. In questo caso la finalità dichiarata è raggiungere gli standard dei mercati finanziari internazionali, per evitare «pregiudizi concorrenziali». A coadiuvare le autorità politiche e amministrative della Confederazione nel miglioramento delle intese internazionali anti-frode ci sarà pure una commissione di esperti, guidata dal capo della divisione politica V del DFAE, Manuel Sager.

Altri privilegi a rischio.

Sempre in tema di cambi di rotta, è bene ricordare che qualche settimana fa il Cantone di Zurigo, tramite referendum, ha sancito lo stop alla tassazione fissa (fiat tax) sui redditi dei residenti stranieri, generalmente molto facoltosi (sull’argomento si veda ItaliaOggi del 14 febbraio 2009). L’agevolazione può essere applicata o meno da ogni cantone in maniera autonoma e la decisione dei cittadini zurighesi pu fare da apripista anche verso le altre 15 amministrazioni locali che mettono in atto il regime favorevole per gli stranieri, specie in un periodo in cui anche le famiglie elvetiche risultano toccate dalla crisi economica.

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