IlSole24Ore, Lionello Mancini, San Marino e quell`ispezione ‘difficile’ alla Banca Partner

IlSole24Ore, Lionello Mancini, San Marino e quell`ispezione ‘difficile’ alla Banca Partner

IlSole24Ore
Paradisi fiscali. Le perdite dell`istituto nascoste dai manager San Marino e quell`ispezione «difficile» alla Banca Partner
Lionello Mancini
Banca Partner, località Dogana, Repubblica di San Marino.

Anno di fondazione 2002; capitale sociale: 29,244 milioni; perdite nascoste fino a tutto il 2009: 25 milioni. Solo quattro mesi fa, dopo tante occasioni perse, il governo della Repubblica di San Marino avrebbe potuto dare un esempio concreto di trasparenza. Come? Lasciando che la Banca centrale (Bcsm) completasse il suo lavoro e intervenisse su Banca Partner, magari commissariandola, oppure chiamando in soccorso il sistema bancario del Titano.

Cosa ha fatto, invece, il miope governante della Rocca? Nulla.

Anzi, peggio: proprio in quelle ore, il Congresso (il governo) pensava a immobilizzare la Banca centrale (Bcsm), licenziando in tronco il suo esponente di punta nelle ispezioni e provocando una catena di dimissioni dell`intero vertice. Secondo molti osservatori sammarinesi e non, proprio il “caso Banca Partner” è stata la causa scatenante del pesante intervento della politica sull`autonomia dei controllori, oltretutto in un mondo in cui la disciplina del mercato è praticamente ignota.

Banca Partner è nata nel 2002 sulle spalle finanziariamente robuste del costruttore Mario Grandoni, molto potente e ben collegato agli ambienti politici locali.

Il presidente della Partner è l`italiano Aldo Loperfido, classe 1921, ex funzionario di Bankitalia, da decenni attivo a San Marino, prima come ispettore bancario (una ventina d`anni fa, insieme a Giulio Tremonti). Nel febbraio 2009, il nome di Loperfido era circolato come possibile presidente della Banca centrale, evocato dall`allora segretario alle Finanze, Gabriele Gatti, lo stesso che pochi mesi fa avrebbe martellato Bcsm per l`ispezione a Banca Partner. Direttore generale, il sammarinese Daniele Guidi.

Venerdì 22 gennaio 2010, due giovani ispettori inviati dalla Banca centrale di San Marino bussano in Via Tre Settembre 99 e iniziano a ispezionare la Banca Partner. Bastano pochi giorni: i due funzionari riferiscono in Banca centrale le prime evidenze di irregolarità gravissime, pesanti perdite su operazioni di derivati, comunicazioni carenti (o assenti) alla clientela, agli organi dirigenti, a quelli di controllo.

Nemmeno Luca Papi perde tempo, benché direttore generale già dimissionario. Nella sua veste di capo del coordinamento della Vigilanza in attesa di sostituzione, il 18 febbraio Papi investe del problema i ministri che formano il Comitato per il credito e il risparmio (Ccr), in cui siede anche Gatti.

Il nostro personale ha riscontrato tante e gravi irregolarità – scriveva in sostanza la Bcsm – che il rischio di perdite ingenti è assai realistico, con possibili ripercussioni anche su altri istituti. In quelle poche ore, gli ispettori avevano contato contratti chiusi in perdita per oltre 20 milioni. Le modalità di stipula e di negoziazione non apparivano regolari, né affidabili i rendiconti finali; impossibile capire com`era stata distribuita tra la banca e i clienti quella montagna di perdite. Anzi, stando alle carte esibite dalla Partner, non era certo che i clienti sapessero come la banca gestiva il loro denaro. E a quei 21 milioni già sicuramente persi, ne andavano aggiunti almeno altri 2 di operazioni ancora aperte e perciò di esito incerto.

Insomma, perdite talmente vaste da intaccare il patrimonio della Banca, mettendone a serio rischio la solidità; anomalie tali da preludere all`amministrazione straordinaria, secondo l`articolo 78 della legge sammarinese sui servizi finanziari, perché – osservava quattro mesi fa la Banca centrale – siamo di fronte a scritture contabili che non permettono di ricostruire origine e ammontare delle perdite né l`effettivo grado di rischiosità della banca. Il tutto, aggravato dal fatto che non si tratta di un impiegato infedele, ma di responsabilità ad altissimo livello, il che rende i vertici della Partner inaffidabili, soprattutto per il mercato.

Sono passati 4 mesi. Risposte vere, nessuna. Domande ancora tante: è terminata l`ispezione? Con quali esiti? Sono stati presi provvedimenti nei confronti di Banca Partner? Non si sa. La Banca è ancora pienamente operativa, né è stato raccolto l`allarme lanciato il 2 aprile dalla «Tribuna sammarinese» che a tutta pagina chiedeva lumi su «presunte anomalie e irregolarità» rilevate dall`ispezione appena iniziata. Sono state adottate misure di tutela e salvaguardia? Comminate sanzioni? Azzerato e rinnovato quel management indicato dagli ispettori come inaffidabile? E qual è oggi il grado di stabilità della Partner? Nessuno sembra in grado di rispondere a queste domande, oppure – più probabilmente nessuno vuol farlo perpetuando così un`ostinazione tutta sammarinese, anche se ormai così costosa e forse suicida nei rapporti con l`Italia.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy