Industria, profondo rosso

Industria, profondo rosso

L’anno nero dell’industria

Primi dati del Rapporto occupazione dell’Ufficio Studi CDLS


Dopo 20anni di crescita ininterrotta dell’economia e dell’occupazione, ecco arrivare il 2009: l’anno della grande crisi. “La fotografia statistica del nostro Ufficio Studi – afferma il segretario CDLS Marco Beccari – suggella con i numeri l’impatto della recessione economica: a un generale rallentamento occupazionale, si aggiunge la preoccupante perdita secca del 7% di posti di lavoro nell’industria. A questa cifra va poi aggiunto il dato della cassa integrazione, che interessa 130 aziende e 950 lavoratori. Scenario, questo, che non si spiega solo con la crisi internazionale, ma anche con un decennio di scarsa programmazione e attenzione al comparto industriale. Frutto dell’illusione, cullata da molti, di realizzare anche a San Marino un’economia virtuale, senza fabbriche né operai. Stiamo pagando lo squilibrio che si è creato tra finanza ed economia reale”. I numeri dell’Ufficio Studi CDLS dicono che nel settore privato l’occupazione vede un calo dell’1.6% contro la crescita del 2,1% registrata nel 2008. In termini assoluti i posti di lavoro persi sono stati 256. Diminuzione che ha interessato quasi esclusivamente l’occupazione maschile (-252).

Anno nero soprattutto per il comparto industriale. Le aziende manifatturiere hanno totalizzato una diminuzione di addetti del 7%, pari a 452 lavoratori. I settori più colpiti sono stati quello tessile (-23%) e quello della meccanica e costruzione macchine, dove si sono persi 226 posti di lavoro. Meno segnati dalla crisi il settore chimico e della carta, dove le flessioni sono state intorno al 3%.


Segno meno anche per le costruzioni e l’impiantistica. In questi settori l’occupazione è diminuita complessivamente di 67 unità, segnando un -5,2% nell’edilizia e un -3,2% nell’ installazione impianti. In leggero aumento invece gli altri comparti: +2,1% i trasporti; +3% il credito; +1,8% i servizi. Il commercio mette a segno un significativo +3,8%, che corrisponde a 115 nuovi posti di lavoro. Percentuali che testimoniano comunque di un rallentamento occupazionale, perché negli anni passati la crescita era decisamente più sostenuta: i servizi ed il credito, ad esempio, hanno spesso registrato aumenti a doppia cifra, assorbendo gran parte dell’occupazione residente.


Giovani, frontalieri e operai le principali vittime della crisi. La dinamica occupazionale del 2009 vede praticamente stabile l’occupazione residente, mentre i lavoratori d’oltre confine diminuiscono del 4%, pari a 270 unità. Il calo degli occupati inoltre ha riguardato prevalentemente le fasce di età che vanno dai 25 ai 29 anni e dai 30 ai 39 anni. Inoltre, è la qualifica professionale di operaio quella che ha risentito di più il taglio occupazionale. Le cifre sono chiare: negli ultimi 12 mesi dirigenti e impiegati hanno mantenuto gli stessi numeri del 2008, gli operai invece, causa le numerose chiusure aziendali nel settore industriale, sono diminuiti di 245 unità. “Per avere un quadro più completo – afferma Beccari – dobbiamo aspettare i dati definitivi sulla disoccupazione 2009, ma è purtroppo facile prevedere che, senza un deciso cambio di marcia, dovremo fare i conti con una disoccupazione strutturale, che interesserà soprattutto i nostri giovani”.

Per il segretario della CDLS sviluppo e occupazione sono i punti cardine per uscire dalla crisi: “Dobbiamo riaffermare il ruolo centrale dell’economia reale, quella fatta di un tessuto solido di imprese che producono beni e servizi, avendo ben presente che il mito di un mercato senza regole è definitivamente tramontato. In tutta Europa la bussola per fare fronte alle difficoltà economiche è la responsabilità sociale: più tutele a difesa dei redditi e dell’occupazione e nuove risorse per rilanciare l’economia. E’ la stessa strada che dobbiamo imboccare con più decisione a San Marino: va sciolto il nodo-contrattuale che interessa il reddito di 9 mila lavoratori, approvata la nuova legge sugli ammortizzatori sociali e riaperto un confronto serio su progetti e investimenti per lo sviluppo delle nostre imprese ”.

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