Intervento di F. Tamagnini su ordine del giorno ‘immobili a chiunque’

Intervento di F. Tamagnini su ordine del giorno ‘immobili a chiunque’

LIBRO III – RUBRICA XXXIV.
Dei beni immobili da non alienare ai forastieri, e specialmente ai potenti.
Stabiliamo, ed ordiniamo, che nessuno della Terra di San Marino, o suo distretto, od abitante in essa, anzi neppure nessun forastiero, di qualunque grado, e condizione egli sia, ardisca per l’avvenire, e presuma in qualche modo, o sotto qualche quesito colore, da per sè, o per interposizione di altra persona, vendere, o sotto qualunque altro titolo, anche d’istituzione, o di dote, alienare, retrovendere, permutare, e trasferire a qualche forastiero, o in qualche forastiero i beni immobili esistenti in questa Terra, o sua curia, e distretto.
Nè lo stesso forastiero, in favore del quale si facesse l’alienazione, o la traslazione, possa per i suddetti, o per qualunque altro titolo, diritto, causa, anche di successione legittima, acquistare, o prendere possesso dei detti beni, senza espressa licenza da ottenersi in iscritto dai Signori Capitani, e dal Consiglio dei XII, e se non sia stato pagato da lui il cinque per cento del valore, e della stima della cosa, prima dell’acquisto, o della presa di possesso (la qual condizione si debba porre nel concedere il permesso, e tuttavia, se fosse stata ommessa, intendiamo che per autorità del presente Statuto sia posta) sotto pena di nullità di esso contratto, od atto, e della perdita della cosa alienata, trasferita, acquistato, o il possesso della quale fu preso, contro la forma di questo decreto, e del prezzo di essa, se vi sarà stato prezzo, o si potrà intendere che vi sia stato in qualche modo per diritto, ed in questa pena s’incorra di pien diritto, e la si esiga incontanente, e si applichi al fisco della Repubblica.
E questo s’intenda per qualsivoglia forastiero.

Se poi l’alienazione si dovesse fare in favore di qualche straniero nobile, e potente, e la fosse di qualche casa situata dentro la Città di San Marino, e le sue mura, si domandi il permesso al Consiglio generale

La citazione è stata suggerita dalla Collega Maria Luisa Berti.

Lo stato delle leggi, delle norme, dei rapporti e della cultura è certamente cambiato da allora, ma con altrettanta certezza si può dire che il sentimento di appartenenza al territorio, inteso come ambito fisico della presenza dello Stato, è ancora ben presente fra la gente come carattere che forma l’identità sammarinese.
Altrettanto vero è che io, Consigliere, in quest’aula rappresento senza vincolo di mandato la cittadinanza sammarinese, attraverso il sostegno di chi mi ha votato alle elezioni: la rappresentanza è vera se la cittadinanza sa di poter riconoscersi in chi ha mandato a rappresentarla, lontano dalla semplice contrapposizione di idee ed interessi politici di maggioranza ed opposizione, in un processo di argomentazione sensibile alla verità.
Detto questo, mi chiedo: quanto di ciò che si sta discutendo in quest’aula in merito all’intestazione di beni immobili a persone fisiche non residenti può ledere un carattere che decisamente concorre a formare l’identità sammarinese. La risposta che mi sono dato da diversi mesi in qua, interrogando per prima la mia esperienza è: molto, perché considerato come un affronto diretto al sentimento di reciproca appartenenza, legato inevitabilmente al territorio.
Si può anche astrattamente mettere in discussione un carattere che forma la propria identità, qualora se ne trovi una solida ragionevolezza: si è invece affermato che la modifica degli orientamenti del Consiglio dei XII non fa seguito ad una domanda certa di acquisto di immobili da parte di non residenti.
Se il problema risiede nella sovraesposizione degli Istituti di Credito e nella difficoltà degli operatori dell’edilizia occorre ricercare soluzioni adeguate allo scopo, passando attraverso una riduzione dei prezzi di mercato, guardando con attenzione ai settori dell’imprenditoria e dell’Università e dando un giudizio definitivo sul ruolo della politica nella gestione del territorio.
Per questo chiedo che l’Ordine del Giorno non venga posto ai voti, favorendo così maggiore approfondimento.

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