Penso che nessun progetto strategico possa prescindere dalla definizione dei rapporti con l’Italia e sollecito al Governo ogni sforzo per arrivarci al più presto.
Ma comunque è bene cercare di uscire dalla crisi trovando anche possibilmente nel nostro interno risorse e soluzioni.
Il comma in oggetto trae fondamento dall’art 24 della legge di bilancio del 22 dicembre dello scorso anno che prevede un Piano Strategico di Sviluppo del Sistema Economico, visto allora come un documento programmatico possibilmente condiviso, per gestire la complessa fase di transizione del sistema San Marino che si è trovato ad affrontare continue emergenze e crisi.
Tre risultavano essere gli interventi prioritari identificati:
1- investimenti in opere pubbliche e infrastrutture, strategici per lo sviluppo dei settori turistici e commerciali e per il miglioramento e la razionalizzazione dei servizi pubblici (previsione di una spesa di €30.000.000;
2- interventi nel triennio 2012-2014 per la riduzione progressiva della spesa corrente e per la riduzione degli oneri che gravano sull’equilibrio del bilancio dello stato;
3- interventi normativi tesi a rafforzare il sistema economico lungo nuovi driver di sviluppo.
Da ciò è quindi scaturito il confronto fra le forze politiche (ad eccezione di SU) che ha portato alla predisposizione dei cinque ordini del giorno che ci troviamo ora ad esaminare.
1-Sull’ Istituto Finanziario pubblico condivido la necessità di una costituzione come strumento operativo attraverso il quale lo Stato possa intervenire efficacemente e prontamente a sostegno e sviluppo del sistema economico
2- esprimo favore per l’odg sullo sviluppo del settore del turismo come settore di traino della nostra economia come lo è stato negli anni della ripresa economica del dopo-guerra.
Sviluppo che deve essere teso ad attrarre un turismo di sosta e di qualità che si lega a manifestazioni culturali di livello, anche congressuali, visti anche gli investimenti che sono stati fatti in passato in strutture che non hanno nulla da invidiare ad altre fuori confine (Kursal). Ma si potrebbe pensare anche ad un turismo che è attratto a San Marino da manifestazioni sportive di livello. Ci sono ad esempio città che vivono con l’indotto creato da campi da golf .Noi queste opportunità ce le siamo lasciate sfuggire e c’erano e mi riferisco in particolare al golf. Pensiamo anche a questi settori di sviluppo collegato allo sport!
Favore per:
3- smac card strumento di incentivo per il consumo interno, ma anche come strumento di pagamento e di controllo anche ai fini fiscali
4- semplificazione dei pagamenti nella pa
5- odg concessione ai forensi dell’intestazioni di immobili.
Nel suo intervento introduttivo al dibattito, Luigi Mazza, che ringrazio per il lavoro svolto, ha dichiarato che nessuna forza politica del patto seduta al tavolo di confronto ha manifestato contrarietà in merito a questo argomento, ma personalmente non ho mai nascosto le mie riserve a nessuno né tantomeno al coordinatore del mio movimento né al capogruppo e siccome evidentemente queste mie riserve non sono state riferite, ci tengo allora ad esprimerle ora.
L’autorizzazione all’intestazioni di immobili per i forensi è attualmente disciplinata dalla Legge sul Consiglio dei XII del 1923 che prevede in capo al Consiglio dei XII l’autorizzazione per i forensi ad acquistare a qualsiasi titolo beni immobili siti in questo territorio, a prescindere dal requisito della residenza.
Tale articolo fa richiamo esplicito alla Rubrica XXXIV del Libro III delle Leges Statutae. Vi invito a leggerla, questa rubrica.
Là Troverete una lungimirante saggezza di fondo che ha ispirato il Legislatore del ‘600 e che difficilmente troviamo nella produzione legislativa e nell’azione di governo degli ultimi decenni.
La protezione e la conservazione del nostro Stato prima di tutto in quelli che sono due elementi fondamentali e caratterizzanti lo Stato stesso: la sovranità e il territorio.
Certamente i tempi dal ‘600 ad oggi sono mutati, il nostro Paese è mutato, ma quei principi dovrebbero ancora valere, soprattutto se si considerano le esigue dimensioni del nostro piccolo Stato.
Gli Statuti del ‘600 cosi come la legge del 1923 non precludeva ai forestieri privi di residenza l’alienazione dei beni, ma attribuiva al vaglio della Reggenza e del Consiglio dei XII e addirittura del Consiglio G G quando l’alienazione era richiesta da nobili o potenti, ogni autorizzazione.
Ogni richiesta veniva quindi valutata caso per caso con la premura che il territorio, elemento fondamentale dello Stato, rimanesse principalmente ai sammarinesi e si fugasse il rischio che qualcuno si impadronisse della Repubblica.
Ma non solo; e rinnovo l’invito a cogliere il buon senso del Legislatore di allora: per ogni autorizzazione doveva essere versata dal forestiero, prima dell’alienazione, la somma equivalente al 5% del valore del bene; una sorta di corrispettivo per la concessione, per l’autorizzazione data.
Oggi ci troviamo a mettere da parte quei principi per risolvere i problemi della bolla e della speculazione immobiliare che danni enormi ha arrecato a questo Paese, con il rischio che tutto questo possa diventare l’ennesimo strumento di riciclaggio di denaro sporco, magari con capitali non scudati, non solo proveniente dalla vicina Italia, ma anche da Paesi diversi verso i quali le forme di controllo sugli investitori sono assai scarse.
Spero che chi ha permesso tutto questo, e lo dico soprattutto alla classe politica che ha dato la possibilità di costruire senza limite, senza progetti a priori per la viabilità, in una realtà dove invece il limite doveva farla da padrone, si renda conto del danno che ha fatto a questo paese.
La soluzione prospettata nell’ordine del giorno potrà dare qualche sprazzo di ossigeno alle banche che hanno sostenuto il mercato di quella edificabilità che un paese normale avrebbe dovuto realizzare in 50 anni e che avrebbe potuto dare la possibilità di un indotto spalmato nel tempo, senza i rischi che oggi vediamo, e che non da comunque risposte alle esigenze delle famiglie sammarinesi e dei giovani sammarinesi che con difficoltà hanno capacità economiche di sostenere i prezzi del mercato immobiliare e che con questo intervento sicuramente non si abbasseranno.
La soluzione prospettata potrà certamente dare qualche sprazzo di ossigeno agli imprenditori edili, artigiani, soprattutto quelli che vivono solo di questo e che non sanno più come fare e che comunque si potrebbero aiutare con crediti agevolati e procedure di moratoria,
ma, rimane l’amarezza dell’impotenza e dell’idea che per gli speculatori nulla è cambiato, che i poteri forti continueranno a gestire una parte della classe politica, prima vincolandola con interessi più o meno diretti, e, se non riesce, come fa ora, con la forza della necessità di risolvere i problemi dell’emergenza della crisi economica del settore.
Ma se continuiamo così ci sarà ancora questo Paese fra 20-50 anni? Io spero che coloro che hanno permesso tutte queste distorsioni un esame di coscienza se lo facciano e si rendano conto che la loro inadeguatezza avrà permesso loro di creare capitali enormi, spesso portati oltre frontiera, ma ha messo a rischio non solo la credibilità, ma il futuro di questo Paese.
E questo e’ un prezzo troppo alto che soprattutto loro dovrebbero pagare.
- San Marino. Ritirato dal Governo il decreto sui dirigenti della Pubblica Amministrazione
- San Marino, immobili a chiunque. Il no di Maria Luisa Berti (Patto per San Marino, Ns)