Intervista a Marino Albani (Pdcs): “Ecco cosa serve per rivitalizzare l’economia di San Marino”

Intervista a Marino Albani (Pdcs): “Ecco cosa serve per rivitalizzare l’economia di San Marino”

Per lei, candidato con il Pdcs, è un ritorno alla politica attiva.

“Si, anche se non mi ricordo neanche quando è stata l’ultima volta che mi sono candidato alle politiche. Nel frattempo mi sono impegnato nell’associazionismo, nel 3º settore e nello sport. Sono stato per due mandati Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, Presidente della Commissione Nazionale delle Libere Professioni della Repubblica di San Marino, Presidente della Federazione Scacchi e poi fondatore e presidente della Federazione Rugby. Dal 2016 sono presidente della Sums e sono stato tra i promotori del fondo di solidarietà, nato nel 2014 e oggi uno dei fiori l’occhiello della Sums. Si tratta di uno strumento che è un grande punto di riferimento per le persone in difficoltà di questa Repubblica, famiglie e singoli”.

Di che numeri parliamo?

“Nel 2023 abbiamo ha fatto 85 interventi diretti a favore di famiglie e persone, abbiamo aiutato anche la Caritas con migliaia di euro di buoni spesa a favore delle 200 famiglie che seguono periodicamente. Abbiamo instaurato un asse molto importante a sostegno delle persone in difficoltà del territorio”.

Quali sono i problemi principali di queste persone?

“I problemi delle famiglie in difficoltà sono due: la casa e il lavoro. Ci sono persone che non riescono a pagare l’affitto o la rata del mutuo perché sono aumentati negli ultimi anni e i loro introiti non sono sufficienti. Ad alcuni poi diamo sostegno per le mense scolastiche, per i centri estivi e per le utenze. Tra l’altro per quanto riguarda le utenze abbiamo instaurato una collaborazione con l’Aass per consentire una riduzione delle tariffe per queste persone. Poi stiamo trattando con il Fondo Servizi Sociali per avere dei buoni mensa, così da consentire a queste persone pasti salutari ed equilibrati”.

Cosa può fare lo Stato di più per queste famiglie?

“Andrebbero potenziati strumenti come il fondo straordinario di solidarietà che finora ha numeri molto piccoli”.

È ancora un po’ tabù a San Marino chiedere aiuto economico oppure no?

“È comprensibile che la gente si vergogni a chiedere aiuto. Per questo come Sums abbiamo avviato anche un altro canale che è quello della segnalazione di terzi. In pratica ci vengono segnalate delle persone e noi interveniamo, con molta discrezione, ovviamente se le persone in questione si vogliono fare aiutare”.

Oltre a questo, qual è il progetto di cui San Marino ha più bisogno in questo momento?

“Noi dobbiamo rivitalizzare la nostra economia. Negli ultimi anni abbiamo passato un brutto momento con la crisi delle banche ed ora dobbiamo ridiventare un paese a attrattivo”.

Vuole dire che ora non lo siamo?

“Io non voglio sembrare pessimista però a me piace guardare in avanti. Non sfruttiamo le opportunità che abbiamo. Ad esempio adesso potremmo usare l’accordo di Associazione con l’Ue come leva per rilanciare il nostro sistema. Noi abbiamo bisogno di nuove attività a San Marino per allargare la base imponibile e quindi dare nuove risorse anche al bilancio dello stato e questo possiamo farlo solo aumentando i nostri fattori di attrattività”.

Qualche idea?

“È importante che un investitore estero si senta tranquillo di investire e portare i suoi soldi a San Marino. L’investitore chiede: che ci sia stabilità politica; una bassa burocrazia; una stabilità del quadro normativo interno, ovvero che le norme non cambino troppo in fretta; che ci siano i conti pubblici in ordine, perché se c’è un bilancio continuamente in rosso c’è paura che si aumenti la pressione fiscale; che siamo in tutte le white list; che ci sia una bassa fiscalità e noi possiamo averla meglio di altri Paesi Europei compresa l’Italia.

Ma è inutile avere delle aziende nuove se poi il sistema bancario non riesce a supportarle. Per questo la prima cosa su cui intervenire è qui: il ruolo del sistema bancario deve avere maggiore liquidità e patrimonio adesso che ha raggiunto un equilibrio con grande fatica e impegno da parte del governo e del management degli istituti. A questo potrebbe servire anche l‘insediamento di banche estere che, in base al principio dei vasi comunicanti, portano liquidità e patrimonializzazione nel sistema bancario. Questi denari servono per fare credito alle aziende esistenti e alle nuove. Visto che non siamo ancora riusciti a firmare il memorando in quella Banca d’Italia, dobbiamo confidare nel dossier finanziario dell’accordo di associazione con l’Ue.

Poi servono attività complementari all’attività svolte da queste società e magari un polo tecnologico universitario che possa dare quelle professionalità che servono alle nuove aziende. Questo per esempio è successo a Grenoble, dove c’è un grandissimo centro tecnologico collegato strettamente con l’Università”.

Non ha fatto cenno al tema delle tasse…

“Dobbiamo essere consapevoli che la questione fiscale da sola non è determinate per portare nuovi investitori. Far pagare poche tasse non significa che queste persone fanno le corse per venire a San Marino. Ripeto: queste persone devono essere tranquille che il proprio capitale non è a rischio a San Marino e che qui troveranno le risorse adeguate per sviluppare il proprio business. In più con l’accordo di associazione avremo accesso diretto al mercato unico europeo al pari degli altri paesi mentre adesso le nostre aziende non hanno tutele, non hanno diritti. E magari riusciremo anche ad eliminare il T2 introducendo una procedura amministrativa fiscale come è quella dell’Intrastat per l’Italia. Bisogna implementare gli accordi che andremo a firmare a breve.

L’obiettivo deve essere quello di aumentare il numero degli operatori così da procurare nuove risorse allo Stato senza aumentare le tasse. Con queste risorse occorre produrre un avanzo di bilancio che deve essere utilizzato per ridurre il debito pubblico che in questo momento comporta interessi passivi importanti”.

Quante nuove aziende ci vogliono per riportare in attivo un bilancio che nel 2024 si appresta a chiudere con 38 milioni di disavanzo? 

“Questa è una manovra che non puoi fare a breve termine. Questo progetto complessivo può essere realizzarlo in una legislatura. Quindi l’impegno per il prossimo governo dovrà essere portare avanti queste queste politiche, queste strategie per lo sviluppo del sistema paese”.

L’ultima domanda riguarda lo sport. Da più parti si chiedono nuove infrastrutture e la manutenzione di quelle esistenti. È un tema che sente anche lei?

“Certamente. Non a caso come Sums abbiamo sostenuto la costruzione dalla Consums arena a Montecchio insieme al Cons. Sarà una struttura in cui svolgere attività culturali, sportive e sociali. Ci stiamo lavorando da anni, dal 2019. Abbiamo bisogno di spazi per lo sport, per renderlo più possibile accessibile a tutti. Ci sono federazioni che non riescono anche a crescere perché non hanno spazio adeguati, ma c’è anche la gente comune che vuole spazi per fare delle attività sportive. Per questo occorrono spazi e investimenti. Gli impianti devono essere polivalenti e devono servire a più Federazioni. Questo serve anche per la salute in generale nel paese visto l’invecchiamento della popolazione e l’incidenza di certe malattie”.

Davide Giardi

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