Intervista a tutto campo a Tito Masi

Intervista a tutto campo a Tito Masi

IRE.it] “Noi coerenti sul programma, Psd ha fatto deflagrare il centrosinistra”. Prima del suo sì definitivo, Alleanza Popolare chiede certezze alla Democrazia Cristiana. A partire dalla convergenza sui programmi, sulle scelte di metodo e sul rinnovamento. Solo allora le nozze si ufficializzeranno, con invitati gli altri partiti che hanno deciso di aderire alla nuova coalizione.

Il Segretario di Stato per l’Industria, Tito Masi, esponente di Alleanza Popolare, in questa intervista alla ‘Dire’ traccia la strada che il partito seguirà da qui a fine settembre, quando verranno presentate le liste, e fino al 9 novembre, data delle elezioni nella Repubblica di San Marino. Sottolineando come priorità la necessità di rinnovamento della classe politica, che deve anche operare una decisiva semplificazione del quadro politico. Eccessivo il numero dei partiti cosi come quello delle liste. Assolutamente irrecuperabile il rapporto con il Psd, “arrogante” ed “egemonizzato da dirigenti socialisti assolutamente inaffidabili”.

Segretario Masi, la data delle elezioni si avvicina: voi uscite da un’alleanza con il Psd e i conseguenti due anni di Governo tra molte incertezze. Cosa salva di quel centrosinistra e dei rapporti con gli alleati?

“Io non condivido il giudizio completamente negativo che alcuni partiti hanno espresso su questa esperienza di Governo. Alcuni significativi risultati sono stati raggiunti, a partire dall’approvazione della nuova legge elettorale che rappresenta un elemento di svolta dell’intero sistema. Purtroppo il rapporto con il Psd si è deteriorato ed ha provocato una delusione notevole. Sono prevalsi in quel partito gli interessi di singoli esponenti e dei gruppi in cui è diviso, rispetto a quelli generali del Paese. E’ emerso come quel partito sia egemonizzato da un gruppo ristretto di ex dirigenti socialisti, che con la sinistra hanno ben poco a che fare, che hanno dimostrato una grande insofferenza rispetto al rigore, alla coerenza ed alla correttezza nella gestione del Governo che ha caratterizzato Alleanza Popolare. Con Sinistra Unita c’è stata una visione comune per quanto riguarda la necessità di porre in primo piano l’interesse del Paese, di contrastare qualsiasi fenomeno di connubio tra gli affari e la politica. Dunque per portare avanti un’opera di moralizzazione della politica stessa. Su altri temi non nascondiamo che ci sono state e ci sono differenze profonde, emerse anche durante l’esperienza di Governo, e derivanti dalla connotazione ideologica di tale forza politica”.

Ora vi affidate a una coalizione con la Democrazia Cristiana e gli altri partiti dell’ex opposizione di centrodestra. Sarete in grado di assicurare coesione e unità politica al Paese? E non temete una possibile preponderanza del partito di Valentini?

‘Noi abbiamo deciso di avviare un percorso. Dunque non si tratta della decisione definitiva, che sarà presa solo al termine di questo percorso e dopo avere verificato le convergenze sui programmi, dopo avere concordato le scelte di metodo che devono essere compiute. E dopo avere verificato anche la disponibilità al rinnovamento della stessa Democrazia Cristiana. Si tratta dell’avvio e non della conclusione di un percorso che deve essere comunque breve, dato che a fine settembre dovremo trarre le conclusioni. Ap dirà una parola definitiva solo dopo avere compiuto queste verifiche nel rapporto con la Dc e le altre forze. L’aspetto del rinnovamento per noi è importante; tra l’altro la Dc con la nomina a Segretario di Pasquale Valentini ha iniziato un percorso in tal senso che, ne sono certo, produrrà i suoi effetti anche nella designazione della squadra di Governo.

Di partiti guida ne abbiamo avuto a sufficienza. La coalizione con il Psd si è logorata non solo perché quel partito ha rimesso continuamente in discussione gli accordi raggiunti ed ha avanzato proposte inaccettabili per chi ha a cuore il bene del Paese, ma anche perché con arroganza si è proposto di svolgere un ruolo egemone e non ha considerato la pari dignità che deve caratterizzare le forze politiche di una coalizione. Sono certo che il rapporto con la Dc verrà impostato e crescerà su basi completamente diverse. Non abbiamo timore in questo senso’.

Quali le tematiche cui dare maggiore attenzione nel programma di governo? Credete davvero alla “moratoria sui giochi” che anche il vostro attuale alleato sta annunciando, o si può correre comunque il rischio di ripensamenti, come già avvenuto con il Psd?

‘Su certi temi abbiamo posizioni molto chiare e molto ferme che la Dc conosce benissimo. Alla prima verifica è emersa una convergenza su queste posizioni. Chi si rende disponibile a collaborare con noi sa che la parola data poi deve essere mantenuta. Noi ci proponiamo per un ruolo di garanzia nei confronti dei cittadini proprio per quanto riguarda la coerenza tra gli impegni assunti e l’operato del Governo. E in passato abbiamo dimostrato anche con l’apertura della crisi di Governo, questa coerenza. Per quanto riguarda i giochi a un primo confronto sono emerse delle convergenze: nel programma del prossimo Governo certamente non rientrerà l’apertura di un casinò, tanto caro ad alcuni dirigenti socialisti che hanno impegnato la maggioranza per due anni a parlare di giochi’.

Conferma la volontà di Ap di presentarsi con una propria lista, e non temete confusione nel vostro elettorato dopo il cambio di campo? Tra l’altro si parla della possibile candidatura tra le vostre file del Giudice della Corte Europea Antonella Mularoni…

“Da tempo abbiamo chiesto ad Antonella Mularoni di tornare a svolgere un ruolo, che sarebbe di primo piano, nella politica sammarinese. Siamo in attesa di una risposta. Per il resto non penso ci sia alcuna confusione; il nostro elettorato ha fiducia in Ap, negli uomini e nelle donne che rappresentano il partito. Gli elettori sanno che siamo persone serie, coerenti e determinate. Nei partiti è necessaria un’opera di semplificazione. Non corrisponde agli interessi del Paese che in una realtà come la nostra operino addirittura dodici forze politiche. Non basta ridurre il numero delle liste: non deve prevalere il desiderio di salvaguardare a ogni costo la propria identità, soprattutto da parte dei piccoli partiti che hanno avuto senz’altro un ruolo, ma devono prendere atto che la nuova legge elettorale impone scelte diverse. Meno liste attraverso una serie di aggregazioni, ma anche meno partiti attraverso l’ aggregazione di diverse forze politiche. A riguardo, noi abbiamo espresso l’interesse a realizzare un’intesa con ‘Noi Sammarinesi’ ma, ovviamente, rispettiamo le loro decisioni”.

Il Segretario agli Esteri Stolfi ha dichiarato che solo il Psd e il centrosinistra hanno un progetto per San Marino. Non solo. La Dc, a detta di Stolfi, sarebbe divisa e voi di Ap immaturi per governare. Come risponde?

“Il programma del centro sinistra è frutto anche dell’apporto fondamentale di Ap e certe scelte e temi andranno recuperati nel programma che andremo a elaborare con i nuovi alleati. Il problema vero del Psd è che prima sottoscrive i programmi e poi cerca di stravolgerli e assolutamente non tiene fede alla parola data. Chi è immaturo per governare è proprio il Psd e certi suoi uomini, che pongono in primo piano i loro interessi e non quelli del Paese”.

Durante l’ultimo Consiglio Grande e Generale la discussione si è aperta in merito alle modifiche alla legge elettorale sul voto estero. Voi avete ampiamente criticato l’abrogazione dell’articolo 7, sostenuto invece dalla Dc. Quali allora i correttivi, che ritenete fondamentali per il programma, da mettere in atto?

“L’articolo 7 non limitava l’espressione del voto degli immigrati né dei loro figli. Riguardava la terza generazione e quelle successive. Non ha senso che i sammarinesi di terza e quarta generazione, che sono nati e vivono all’estero, possano continuare a determinare le sorti del Paese con un voto, spesso non consapevole e responsabile, strumentalizzato da alcuni partiti. Con l’abrogazione si riapre un problema che va affrontato. E’ un elemento di novità su cui occorre discutere con i nostri nuovi alleati’.

Quale sarà il primo punto del nuovo programma di Governo?

‘Prioritario è sicuramente il rapporto con l’Italia caratterizzato da forti tensioni. Non siamo riusciti in questi due anni a recuperare la credibilità necessaria per instaurare un rapporto basato sulla collaborazione e non sul sospetto. Anche per l’instabilità italiana. In politica estera in questi anni a livello di presenza internazionale e di immagine sono stati raggiunti risultati apprezzabili, ma sul piano più importante, quello dei contenuti e dell’economia del nostro Paese, non sono stati fatti passi in avanti. Il problema non è solo l’accordo di cooperazione economica, ma anche un’intesa che va raggiunta sulla collaborazione amministrativa tra i due Paesi. Inoltre va portata avanti un’opera di pulizia all’interno del nostro Paese. Vi sono molte imprese che non arrecano alcun beneficio alla Repubblica, creano solo problemi nel rapporto italo sammarinese, problemi che saranno superati con la piena operatività della legge sui controlli sull’operato delle società recentemente approvata su proposta della Segreteria di Stato di cui ho la responsabilità”.

Qualora entraste in coalizione con la Dc, sarà vittoria sicura alle elezioni? E saprete assicurare al Paese quella coesione necessaria a portare avanti le politiche di sviluppo?

“La legge elettorale impone e favorisce le aggregazioni e opereremo per questo. È iniziato un percorso ed un lavoro di confronto e approfondimento che non è ininfluente. Se, come mi auguro, si raggiungerà un’intesa con tutte le forze politiche con cui abbiamo iniziato un rapporto, io credo che certamente risulteremo vincenti. Anche perché il Psd esce assolutamente sconfitto dall’esperienza di Governo, incapace come è stato, di mantenere unita una coalizione e di portare avanti il progetto di rinnovamento concordato. Noi, per salvaguardare tale progetto che avevamo elaborato insieme, abbiamo anche proposto di andare insieme alle elezioni politiche anticipate. Tre volte, l’ultima a maggio, ma sono prevalsi ancora una volta gli interessi di bottega e la paura del risultato elettorale. Il Psd ha la responsabilità della deflagrazione della coalizione, d’altronde era il suo obiettivo: da quando è diventato segretario del partito, Paride Andreoli ha iniziato a operare per smantellare quella coalizione e relegare Alleanza Popolare e, possibilmente, Sinistra Unita all’opposizione. I cittadini lo sanno, conoscono le responsabilità del Psd. Inoltre non risultano al momento significativi cambiamenti nella leadership di quel partito, quindi credo siano destinati alla sconfitta”.

Agenzia DIRE

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