Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino titola: L’incomunicabilita’ tra gli uffici dello Stato complice del caso Licenzopoli
Va di sicuro rilevato come la assenza di controlli o di verifiche incrociate tra gli uffici sia stata alla base del caso licenzopoli, i cui attori hanno fatto leva proprio sulla goffaggine e approssimazione della macchina pubblica. Basti citare un dato che emerge dalla indagine amministrativa: il numero elevatissimo di licenze per le quali era stata fatta richiesta, per le quali era stato fornito il codice operatore provvisorio, ma che non sono mai state ritirate o consegnate. I numeri del 2007 e 2008 sono impressionanti, rispettivamente 83 e 130 licenze richieste e mai ritirate o consegnate. Perché? Lo spiegano i commissari rilevando il grave dato. Il fenomeno che non può essere sottovalutato “anche alla luce – scrivono – delle dichiarazioni rese in sede di difesa del principale imputato, a giustificazione della condotta del medesimo, nella parte in cui si sostiene la mancanza di interesse dell’imputato a vedersi consegnare quanto prima le licenze in quanto “le società sono operative, dunque possono già fatturare a tutti gli effetti dal momento del rilascio della licenza dunque non dalla sua consegna materiale”. Società operative indipendentemente dalla consegna della licenza, dunque. Emissione di fatture che, peraltro, non erano sottoposte ad un controllo complessivo presso l’Ufficio Tributario, dove non interessava che il codice operatore fosse provvisorio o vi fosse la licenza definitiva. Infatti, secondo l’indagine amministrativa: “l’attività al riguardo da parte dell’Ufficio Tributario riguarda l’attinenza/pertinenza delle fatture con l’oggetto sociale, segnalando eventuali anomalie”. Addirittura al tributario si sconosce l’esistenza di un codice operatore provvisorio, che viene invece indicato come esistente dall’Ufficio industria.