La famiglia Litvinenko, siamo dovuti scappare via da Rimini

La famiglia Litvinenko, siamo dovuti scappare via da Rimini

La famiglia Litvinenko continua a passarsela ancora molto male dopo la morte di Aleksander, la spia russa uccisa a Londra. Il padre aveva lanciato nei giorni scorsi in un sito Internet un appello alle autorità italiane, che secondo lui non vogliono dare asilo politico.

‘Siamo stati costretti a scappare da Rimini, senza possibilità di lavorare, senza soldi per pagare l’affitto’. I Litvinenko infatti, il fratello Maxim, sua sorella Svetlana, e il padre Valter, avevano aperto un ristorante a Rimini.

Il settantunenne ex ufficiale dell’Fsb (Servizi federali per la sicurezza) afferma che dopo la morte del figlio e le accuse rivolte al presidente Putin ‘per la mia famiglia restare in Russia diventò molto pericoloso, ma giunti in Italia non ci siamo sentiti per nulla al sicuro’. Maxim Litvinenko, il fratello più giovane di Aleksander, dopo la morte del fratello ha scritto insieme al giornalista di San Marino Rtv, Luca Salvatori, “Perché mi hanno ucciso”, in sostanza il diario del fratello, dove vengono riferiti anche i collegamenti di Aleksander con Mario Scaramella, il consulente della Commissione Mitrokin che incontrò l’ex spia in un sushi bar di Londra proprio il giorno del suo avvelenamento.

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