– Davanti un biennio di
transizione, fase costruttiva verso una rinnovata crescita
– Riforma tributaria: necessarie precisazioni ai fini di una
informazione PRECISA rispetto a quanto apparso sulla stampa a firma CSU.
La
Riforma Tributaria non vi è dubbio essere un intervento di rilievo che si
colloca in un contesto del tutto particolare sotto il profilo storico ed
economico del paese. Trattasi di un tema di
forte interesse, giustamente soggetto ad attenzione da parte di tutte le
componenti della società. Consapevoli di questo contesto, la Segreteria di
Stato per le Finanze e il Bilancio, ritiene opportuno intervenire in merito ad
informazioni veicolate sulla stampa in questi giorni dalle associazioni
sindacali, al fine di chiarire alcuni aspetti per una più precisa informazione.
In premessa:
La
riforma fiscale è finalizzata a recuperare risorse in maniera equa per
contribuire al raggiungimento dell’equilibrio del bilancio dello Stato, obiettivo necessario ed indispensabile per
rendere sostenibile lo stato sociale e per difendere l’indipendenza e la
sovranità della Repubblica. Il riassetto della finanza pubblica lo si
ottiene attraverso più leve che
devono tutte contemporaneamente prendere corpo: riforma tributaria,
contenimento della spesa pubblica attraverso tagli e razionalizzazioni,
riorganizzazione della macchina pubblica, politiche per lo sviluppo.
E’ evidente che la misurazione
dell’equità si effettua sulla capacità di fare emergere i redditi e
di esercitare una puntuale attività di
controllo. A tal fine, dovendo svolgere l’Ufficio Tributario un ruolo
centrale, la riforma prevede la sua ristrutturazione affinché vi siano
organizzazione e mezzi adeguati per interpretare la nuova fase della vita
economica del paese che si è aperta. L’intervento di riorganizzazione
dell’Ufficio Tributario è previsto in tempi brevissimi, appunto in funzione
dell’applicazione della nuova normativa fiscale e dell’introduzione del regime
IVA.
Necessarie precisazioni:
Ciò che
si intendono evidenziare sono i contenuti dell’articolo 14 (oneri deducibili), dell’allegato
A (elenco delle passività deducibili di cui al comma1 lettera c,
dell’articolo 14) e dell’allegato B
(elenco delle passività deducibili di cui al comma lettera c, dell’articolo 14
di incentivazione alle politiche di sostegno ambientale e l’articolo 16
(detrazioni soggettive). A tali parametri per le detrazioni va aggiunto il quoziente familiare che agisce quale
elemento di alleggerimento del reddito imponibile. Evidenziazione necessaria
dal momento che gli esempi presentati dalla CSU e apparsi sulla stampa in
questi giorni, seppur corretti dal punto di vista formale, non consideravano i
diversi effetti delle numerose deduzioni
e detrazioni che la riforma invece riconosce ai nuclei familiari.
Precisando
ulteriormente, le deduzioni avranno un ruolo centrale nel ridurre l’ammontare
dell’imposta e riguardano le spese
effettuate in territorio (Smac card) , le spese sanitarie non mutuate, gli
investimenti per la prima casa
(interessi passivi), le spese scolastiche, l’assistenza per gli anziani, gli
assegni alimentari , canoni di locazioni per chi è in affitto, gli oneri per baby-sitter,
affidamento pre-adottivo, spese sanitarie per protesi dentarie. A queste si aggiungono ulteriori deduzione
che sono, in particolare per i redditi medio-alti, uno strumento di risparmio
(previdenza integrativa, assicurazione vita e Fondiss) e di investimento
(incentivazione alle politiche di sostegno ambientale).
Altro
elemento degno di considerazione è costituito dal dato di partenza riferito al
2012 che va arricchito di due contributi oggi dovuti ovvero l’imposta
patrimoniale (straordinaria) e l’addizionale IGR (15% sull’imposta netta),
elementi non conteggiati nello schema pubblicato.
Emerge
così che pur costituendo la riforma tributaria un intervento di un certo
rilievo, tenuto conto del dato corretto di partenza 2012 e dell’applicazione
delle deducibilità, che secondo un calcolo molto prudenziale si possono stimare
nell’8% medio, le eventuali detrazioni per le persone a carico e l’applicazione
del quoziente familiare, la tabella semplificativa presentata dalla CSU subisce sensibili
variazioni, di seguito riportate.
Lavoro |
|||
Imposta attuale |
Imposta attuale |
Imposta riforma |
Imposta riforma |
– |
– |
1.466,05 |
1.012,05 |
Lavoro |
|||
Imposta attuale |
Imposta attuale |
Imposta riforma |
Imposta riforma |
93,07 |
– |
2.121,40 |
1.599,40 |
Lavoro |
||
Imposta attuale |
Imposta attuale |
Imposta riforma |
93,07 |
783.52 |
1.408,40 |
Lavoro |
|||
Imposta attuale |
Imposta attuale |
Imposta riforma |
Imposta riforma |
1.300,36 |
729,62 |
4.745,65 |
3.732,55 |
Lavoro |
||
Imposta attuale |
Imposta attuale |
Imposta riforma |
1.300,36 |
1.551,63 |
2.861,45 |
E’ opportuno altresì
sottolineare che non vi è preclusione
alcuna a ricercare con le parti sociali un sostenibile punto di incontro in
merito ai redditi da lavoro dipendente e da pensione più bassi, la riforma già prevede una
somma predeterminata con decreto delegato per eliminare l’imposizione del
reddito minimo da pensione.
La Segretaria di Stato per le
Finanze, non si sottrae al dialogo con tutte le istanze e si riserva nei prossimi giorni di
intervenire per gli aspetti della riforma che interessano i redditi da impresa e da lavoro autonomo.
Nota a cura delle Segreteria di Stato per
le Finanze