L’anima del rapsodo. Ecf

L’anima del rapsodo. Ecf

Sarà il suo sguardo, verde e magnetico; sarà la sua voce profonda, o il modo in cui legge i versi paterni, la tenerezza che mette illustrando le fotografie della madre, sta di fatto che Alessandro Quasimodo incanta il pubblico del salotto letterario di Villa Manzoni, giovedì sera a Dogana.  

E’ un viaggio nella memoria, nelle pieghe della famiglia e della poesia del Premio Nobel per la Letteratura, pieno di risvolti spesso sconosciuti e affascinanti, ma sempre di grande qualità. Istruttivo, eppur lungi dalla pedanteria, grazie anche alle immagini che scorrono sullo schermo a far da sfondo all’intercalare del rapsodo.

“La sua vita – racconta il figlio Alessandro – è stata complicata, difficile, piena di luci e ombre”. Sciocco nascondere i difetti, le cadute lungo il tragitto: “L’artista non deve esser messo sotto una campana di vetro. E’ un uomo come tutti noi”.  Solo che, a differenza della gente comune, l’artista riesce a trasformare gioie e dolori della vita privata in preziose fonti d’ispirazione. L’incontro con la danzatrice, molto più giovane di lui, che con il suo amore e la sensibilità artistica, fu ispiratrice di gran parte del suo lavoro.

Il figlio Alessandro raccoglie in un itinerario poetico – biografico poetico – biografico la vicenda umana e poetica del padre Salvatore. Non una lezione di letteratura o di poesia, ma un’interpretazione magistrale della poesia di uno dei grandi del secolo scorso.

Il pubblico di Villa Manzoni gli tributa il caldo omaggio degli applausi e dell’ammirazione, sottoscrivendo in questo modo anche l’apprezzamento per quel progetto di promozione culturale che è nella mission dell’Ente Cassa Faetano – Fondazione Banca di San Marino.

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