Lavoratori e pensionati, fuori dai sacrifici. Csu

Lavoratori e pensionati, fuori dai sacrifici. Csu

Manovra: no a sacrifici a senso unico
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SAN MARINO 13 LUGLIO 2010 – Manovra anti-crisi: è in agenda giovedì il primo faccia a faccia tra Governo e sindacati. Ma intanto CSdL e CDLS mettono subito in chiaro che non accetteranno sacrifici a senso unico: “E’ ora che paghino i grandi patrimoni”.

“Se si dovranno fare dei sacrifici, – affermano le confederazioni sindacali – questa volta in prima fila non dovranno esserci i lavoratori dipendenti ed i pensionati, come purtroppo è avvenuto sinora. In momenti come questi l’equità e la proporzionalità sono elementi essenziali; è ora che l’Esecutivo dimostri il coraggio di intervenire sui grandi patrimoni, sui redditi sommersi che sinora hanno eluso l’imposizione fiscale e sui liberi professionisti”.

“Non crediamo che l’unica equità possibile possa essere quella tra lavoratori pubblici e privati”, sottolineano CSdL e CDLS. “Siamo convinti invece che l’unica vera equità sia quella tra tutti i soggetti che hanno eluso allegramente l’imposizione fiscale, beneficiando di redditi e proventi esenti da qualsiasi imposta ed i lavoratori dipendenti che – come sempre – hanno pagato sino all’ultimo Euro di tasse. Anzi qualche lavoratore – e parliamo dei frontalieri – le tasse le ha pagate ben due volte. Nel caso di questi lavoratori – che hanno contribuito in questi anni allo sviluppo del Sistema San Marino – si avverte la volontà dell’Esecutivo di attuare scelte che contribuiscono ad aumentare la precarietà e che avranno inevitabili ricadute negative anche sui lavoratori residenti”.

“Non è utilizzando i lavoratori frontalieri come strumento di pressione politica che il Governo può credere di risolvere lo stallo diplomatico che impedisce la sottoscrizione degli accordi con la vicina Italia. Non possiamo accettare che le difficoltà negoziali tra i due paesi servano per alimentare un clima di contrapposizione tra lavoratori residenti e non”.

“Si annunciano anche aumenti delle tariffe, – continua la nota sindacale- che andrebbero a colpire indistintamente tutta la popolazione, e delle imposte. Possibile che al Governo non sia venuto in mente, ad esempio, in un’ottica di equità, di applicare una tassa patrimoniale per chi è proprietario di diversi immobili? O di aumentare la tassazione per beni di lusso come automobili di grossa cilindrata? O di rivedere le agevolazioni sui beni strumentali delle aziende, quando questi beni vengono invece usati per uso personale, tra cui anche le imbarcazioni? O magari anche pensare a tassare e ad assoggettare a contribuzione le auto aziendali ed i tanti benefit di cui beneficiano i manager privati?. I sacrifici vanno fatti partendo da obiettivi di equità e in proporzione alle possibilità economiche; quindi occorre cominciare da chi ha più ricchezze e non ha fatto il suo dovere verso il paese. È troppo facile scaricare i costi della crisi – sempre e comunque – sui lavoratori e sui ceti più deboli”.

Per quanto riguarda la riduzione di due punti della monofase e l’annunciato rilancio della SMaC Card, “crediamo che queste iniziative possano integrarsi tra loro e comportare un reale e concreto aiuto per tutti i cittadini. Più che intervenire con un generalizzato abbassamento dell’imposta monofase – che comporterebbe un beneficio per i commercianti ed i grossisti – siamo convinti che questa riduzione debba essere veicolata tramite la San Marino Card per arrivare direttamente nelle tasche di tutti i cittadini”.

Infine, “non è con le misure annunciate che si risolvono le difficoltà economiche di San Marino. La crisi va comunque aggredita e superata affrontando i suoi nodi strutturali; oltre ad allargare la base imponibile con una equa riforma tributaria, occorre quindi recuperare un rapporto con l’Italia, che indubbiamente passa attraverso l’adozione immediata dello scambio automatico di informazioni; elaborare un qualificato e condiviso progetto di sviluppo, finora del tutto assente, che faccia ripartire l’intera economia; allargare il quadro dei rapporti internazionali e il ventaglio delle opportunità, facendo chiarezza al fine di una possibile adesione alla UE”.

“Il sindacato con grande senso di responsabilità continua nelle sue iniziative di informazione e mobilitazione per salvare il paese dal tracollo attraverso scelte di trasparenza, equità e giustizia sociale, consolidando l’unità dei lavoratori e tutelando l’economia sana”.

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