Le operazioni sporche sui conti di San Marino. La Stampa, Francesco Grignetti

Le operazioni sporche sui conti di San Marino. La Stampa, Francesco Grignetti

La Stampa

Le operazioni sporche sui conti di San Marino

Prime rogatorie. Iannilli e Di Lernia facevano anche da “spalloni”

Francesco Grignetti

È aperta la caccia ai soldi della corruzione. Gli
investigatori che lavorano all’inchiesta Enav-Finmeccanica sono in attesa di
risposte dalle rogatorie avviate nelle settimane scorse. Da quel che
comunicheranno le autorità bancarie interpellate, si potrà puntellare con
documenti inoppugnabili quel che finora si sa per le chiamate di correità da
parte dei pentiti  Tommaso
Di Lernia
Marco
Iannilli
  e Lorenzo Cola.

È già arrivata, intanto, una prima risposta da San Marino. E sono guai per il
manager Enav Raffaello Rizzo, qualificato come «braccio destro» e amico
personale dell’ex amministratore delegato Guido Pugliesi. Non soltanto dai
documenti sammarinesi emerge che nel giro di un anno Di Lernia ha movimentato 2
milioni di euro sui suoi conti presso la Repubblica del Titano, ma che Rizzo ha tenuto
anche lui un conto fiduciario a San Marino. Stesso periodo, stessa banca,
stesse procedure criptate. Scrivono i carabinieri del Ros: «In tale periodo
[Rizzo] ha movimentato somme per circa euro 490 mila. Parte della provvista
costituita con somme pervenute dal primo rapporto fiduciario intestato al signor
Di Lernia. Altra parte è stata versata in contanti».

Lorenzo Cola a sua volta ha raccontato che i manager Lorenzo Borgogni e Luigi
Martini, l’ex presidente di Enav, hanno milioni di euro in Svizzera, gestiti da
un unico fiduciario. Iannilli ha conti in Lussemburgo. Sarà un lavoro lungo
perché il sistema delle sovrafatturazioni era un carosello infernale di soldi
che uscivano da un conto in Kuwait o in Qatar e finivano a Cipro, per
proseguire a San Marino, e terminare la corsa a Londra. Nel frattempo, però, Di
Lernia o Iannilli venivano spediti a San Marino e da lì tornavano con la
valigetta piena di contanti. I due erano infatti imprenditori che si prestavano
a tutto pur di non uscire dal giro: falsificavano le fatture e, se serviva,
facevano anche da «spalloni». In cambio, ottenevano subappalti pilotati e
confidenze. Che ora finiscono nei verbali dei magistrati. Sappiamo quel che
davvero pensava Lorenzo Cola dell’onorevole Marco Milanese, ad esempio. «Aveva
incontri – ha raccontato Di Lernia – con il Milanese e gli impartiva
istruzioni, ritenendolo uno che capisce poco e “mangia tanto”, che era un
problema per Tremonti, una sorta di inconveniente imbarazzante». E Di Lernia
sta ora pagando caro la sua scelta di collaborare con la magistratura. Se Pugliesi
fa sapere dal carcere che chi lo accusa lo fa per vendetta in quanto ostacolato
sugli affari, l’imprenditore pentito ribatte che Enav per ritorsione non vuole
pagare lavori effettuati.

Anche Lorenzo Cola ha raccontato una sua verità sui contatti tra Guarguaglini,
i ministri del precedente governo e i libici che volevano entrare nel capitale
di Finmeccanica. La società smentisce che fosse raggiunto un accordo per
costituire una «Newco» mista, come sostenuto dal consulente personale di
Guarguaglini. Il presidente disse in un interrogatorio del febbraio scorso reso
ai magistrati Woodcock e Curcio: «Effettivamente nel 2009 vi fu una proposta
verbale e informale dei libici di entrare nel capitale di Finmeccanica, tramite
il fondo Lia (fondo sovrano del governo libico). Di tale proposta avanzata dall’ambasciatore
Gaddur parlai con Cola che aveva seguito l’acquisto di “Drs”, chiedendogli di
chiedere agli americani cosa ne pensassero e ciò dal momento che il Cola ha
buoni rapporti con gli americani e con i relativi apparati di sicurezza. Dopo
di ciò non se ne fece più nulla». In seguito i libici entrarono nel capitale lo
stesso, rastrellando il 2,01% del capitale e comunicandolo alla Consob.

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