Legge contro l’inquinamento acustico

Legge contro l’inquinamento acustico

PARTE LA LOTTA ALL’INQUINAMENTO ACUSTICO

La Repubblica di San Marino affina le armi contro l’inquinamento acustico, attraverso una proposta di legge presentata ieri in prima lettura al Consiglio Grande e Generale

dal Segretario di Stato per il Territorio Marino Riccardi.
Il provvedimento fissa i valori limiti di immissione, in base alla divisione del territorio in tre zone. La prima è di tipo misto, vale a dire aree rurali e aree urbane interessate da un traffico di auto locale o di attraversamento, con negozi, uffici ma senza industrie; la seconda tipologia è a intensa attività umana, dunque con intenso traffico di auto, ad alta densità abitativa e con molti negozi e uffici. Infine ci sono le aree industriali. Grande attenzione, con limiti di immissione specifici, è dedicata alle scuole e agli asili nido, agli ospedali e alle case di cura; così come ai progetti sottoposti al Via (Valutazione d’impatto ambientale). Per la realizzazione, la modifica o il potenziamento di aeroporti, eliporti, strade, discoteche, impianti sportivi ed esercizi privati e pubblici con macchinari rumorosi, è infatti necessario presentare al Dipartimento di Sanità Pubblica una documentazione previsionale di impatto acustico. Per le aree dove andranno a insediarsi scuole, ospedali e case è necessario invece presentare una valutazione previsionale del clima acustico.

Entro nove mesi dall’entrata in vigore della legge, spiega il Segretario, il Congresso di Stato si preoccuperà anche di normare le modalità di rilascio delle autorizzazioni per lo svolgimento di attività temporanea, le tecniche di rilevamento e misurazione, oltre a mettere a punto una disciplina dell’inquinamento acustico generato dal traffico, dagli autodromi e dalle attività sportive che fanno ricorso alle armi da fuoco. Individuati casi di superamento dei tetti massimi di immissione, prosegue Riccardi, il Congresso procederà all’adozione di un piano di risanamento entro 18 mesi dall’approvazione della zonizzazione acustica, che individui la fonte del rumore, il soggetto responsabile, le priorità, i tempi e i modi di intervento, oltre ai costi e a possibili contributi pubblici. La legge chiama in causa direttamente anche le imprese, che entro 12 mesi dall’approvazione della zonizzazione devono verificare la rispondenza ai limiti e in caso redigere un Piano di risanamento.

A occuparsi dei controlli, conclude Riccardi, sarà il Dipartimento di Sanità Pubblica e le sanzioni vanno da circa 500 euro a oltre 15 mila euro, in base all’indicazione di legge non rispettata.

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