Legge elettorale non immodificabile

Legge elettorale non immodificabile

COMUNICATO STAMPA

Fra qualche mese sarà trascorso quasi un anno dalle ultime elezioni politiche celebrate secondo le nuove regole elettorali.

E’ un paradosso ma, ragionando a mente fredda, è risultato ormai più che acquisito che i maggiori beneficiari del nuovo sistema siano stati proprio il partito più contrario alla riforma stessa ed alcune forze politiche minori che, per superare la mannaia dello sbarramento, si sono unite (solo temporaneamente) superando divisioni ideologiche e costruendo una maggioranza macedonia che spazia da sinistra a destra, passando per il centro.


La legge elettorale ha fissato, di fatto, il quadro politico.

Ma l’averlo “fissato” non significa aver dato vita ad uno scenario coeso, stabile ed efficiente.


Ciò che si profila quotidianamente è, infatti, una maggioranza che in virtù della norma antiribaltone deve andare avanti costi quel che costi, pena il giudizio elettorale.

Sfida che oggi i pianeti ed i satelliti della galassia del Patto per San Marino vedono con forte timore.

In pochi mesi molti fattori hanno cambiato radicalmente aspetto: l’economia che va a rotoli, il rapporto con l’Italia ai minimi storici, il vertice del maggiore istituto sammarinese è stato decapitato ed è alle prese con una partita complessa che tutti i sammarinesi guardano con apprensione.

Il collante della maggioranza, neanche più politico, e’ dato dall’inquietudine di non avere una seconda chance in caso di fallimento.


Non a caso in molti, al suo interno, stanno studiando come poter modificare la legge elettorale e ipotizzare alleanze future.

Sinistra Unita, con la consueta franchezza e linearità, ha detto ciò che in molti pensano – ma che non lo possano dire per paura di impaurire i propri compagni di viaggio – ovvero: l’eventualità’ di alleanze alternative all’attuale quadro politico.

Il mancato rinnovamento alle elezioni e l’esecutivo in perfetto stile “revival” scaturito il 9 novembre inducono a pensare alla fase attuale come una di transizione.


A 10 mesi dalle elezioni nelle forze di governo c’e’ già che sentendo l’aria del traguardo come gli sprinter più’ smaliziati studia le mosse degli avversari prima di lanciare lo scatto finale.

Manca solo il coraggio per rompere gli indugi, dato che la comodità di una traballante sedia di governo, è preferibile ad un’incerta corsa alla ricerca del consenso che oggi sarebbe per molti partiti e alcuni leaders molto complicata.

In questo clima il Governo, piuttosto che prepararsi ad affrontare il problema della crisi economica assumendo decisioni coraggiose nell’interesse del Paese, naviga a vista ed il limite di sopportazione è saltato completamente.

Centro sinistra e centro destra si sono alternati nell’arco di tre anni, il Paese ha sperimentato entrambe le opzioni e poco ha funzionato a dovere.

Forse occorre chiedersi se il problema non dipenda anche dall’attuale sistema fondato su schieramenti che imbarcano di tutto per vincere le elezioni ma che poi, proprio perché hanno voluto contenere tutto ed il suo contrario, non riescono a governare.


Occorre costruire un nuovo modello, anche attraverso una revisione delle norme elettorali, fondato su schieramenti omogenei: solo così San Marino potrà vedere le riforme di cui ha bisogno e non assistere impotente allo stucchevole dibattito sull’autoreferenzialità della maggioranza di turno.

Questa nostra proposta non significa inseguire nessuno né cambiare il proprio ruolo assegnato dagli elettori.

Si tratta di avviare un confronto serio.

Anche perché se non ricordiamo male, un comunicato ufficiale del Patto per San Marino datato 9 febbraio 2009 annunciava che: “ In adempimento al programma di governo, è stato nominato il gruppo di lavoro per la riforma della legge elettorale, che comincerà a riunirsi già dalla prossima settimana. Vi fanno parte: Luigi Mazza e Nadia Ottaviani (DC, Eps AeL); Alberto Selva e Stefano Palmieri (AP); Erik Casali e Maria Luisa Berti (L.L.); Antonio Putti e Giuliano Gozi (Usdm)”…

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