L’informazione di San Marino: manca il numero legale, salta la seduta pomeridiana del Consiglio

L’informazione di San Marino: manca il numero legale, salta la seduta pomeridiana del Consiglio

Manca il numero legale, salta la seduta pomeridiana del Consiglio

Giornata nera per il Consiglio con la mancanza del numero legale e la Reggenza costretta a dichiarare deserta la seduta del pomeriggio che salta a quella serale.

ANTONIO FABBRI – Nonostante c’è chi dalla maggioranza cerchi di arrampicarsi sugli specchi, è innegabile che, da sempre, la responsabilità di garantire il numero legale spetti alla maggioranza stessa, soprattutto quando può contare su numeri bulgari, come l’attuale. E invece, per la terza volta nello stesso giorno, all’apertura della seduta del Consiglio Grande e Generale manca il numero legale. Situazione che denota un clima caratterizzato da una certa fibrillazione tra i partiti che sostengono il governo. Fibrillazione che si era già manifestata il giorno precedente, con la Dc che aveva bacchettato i “giochini politici” degli alleati e ripetutasi ieri mattina dove c’è stato chi, senza mezzi termini ha parlato di “pre-campagna elettorale”. Già la mattina di ieri la giornata si è aperta con un flop numerico: al primo appello in Aula per la ripresa dei lavori consiliari manca il numero legale. Sono infatti presenti 28 consiglieri e i Capitani Reggenti sospendono la seduta. Al secondo appello, con 44 consiglieri presenti, i lavori possono ripartire dal comma Comunicazioni.

Ma l’imbarazzo si ripete, in misura ancora maggiore, nel pomeriggio. La Reggenza, dopo due appelli infruttuosi, è costretta a dichiarare la seduta deserta. Come accaduto nella seduta mattutina, infatti, manca il numero legale al primo appello, con 26 consiglieri presenti.

L’inizio viene allora posticipato di un quarto d’ora da parte dei Capitani reggenti. Alla nuova chiamata, però, le cose non cambiano: in Aula vengono conteggiate 27 presenze, manca dunque ancora il numero legale e i Capitani Reggenti sono costretti a dichiarare la seduta deserta. Salta dunque la seduta pomeridiana e i lavori riprenderanno in serata alle 21 ancora dal comma 8 e dall’analisi dei 19 decreti leggi e decreti delegati, tutti scorporati. Proprio i decreti scorporati e i gli emendamenti proposti anche in seno alla maggioranza, ma evidentemente non concordati, hanno generato una certa fibrillazione.

“Come da consuetudine, purtroppo, la maggioranza, composta da 42 consiglieri, non riesce a garantire il numero legale in Consiglio Grande e Generale – commenta a caldo Libera – Per due volte infatti nella seduta pomeridiana, all’appello manca il numero legale in un momento in cui si stava per discutere i tantissimi decreti delegati contestati fortemente dalla nostra forza politica sia nel metodo che nel merito. Libera ha sempre garantito, insieme all’opposizione, i voti necessari per far partire la seduta del Consiglio, ma è arrivato il momento di prendere atto di uno scarso interesse istituzionale da parte della maggioranza di Governo che è attaccata alla poltrona solo per difendere alcuni interessi. Va bene il clima da campagna elettorale, ma il Paese ha bisogno di ben altro. Svilito sempre più il ruolo del Consiglio e in imbarazzo anche gli Eccellentissimi Capitani Reggenti”, conclude Libera.

Dello stesso tenore il commento di Repubblica Futura: “Siamo di fronte ad una maggioranza di 44 consiglieri che non riesce neppure a garantire il numero legale e a convocare il Consiglio. Già questa mattina era pervenuta una richiesta di sospensione dei lavori da parte di gruppi della maggioranza, evidentemente perché non erano riusciti a trovare un accordo sugli emendamenti da presentare ai decreti. Una maggioranza divisa su tutto, ma attaccata saldamente alle poltrone. Uno spettacolo indecoroso. Parlano solamente del valzer delle alleanze, sono tutti preoccupati di trovare una zattera su cui potersi candidare per le prossime elezioni.  Ed evidentemente in molti della maggioranza hanno voluto dare ragione a Pedini Amati che ha detto ai microfoni che siamo in pre-campagna elettorale e quindi, in molti, invece che in Consiglio corrono per il paese a cercare voti. Crediamo proprio che i sammarinesi abbiamo già le idee molto chiare”, dice Rf. Ai microfoni di Rtv, sullo scollamento in maggioranza minimizza Emanuele Santi di Rete, pur dando atto che in altre occasioni è stata proprio l’opposizione a garantire il numero legale: “non va letto come una mancanza di coesione in maggioranza. Alcuni consiglieri mancavano perché sono in trasferta istituzionale, altri per impegni personali. Do atto all’opposizione che altre volte, in situazioni analoghe, ha garantito il raggiungimento del numero legale e questa volta hanno deciso di non farlo”.

Il capogruppo di Npr, Gian Nicola Berti, sempre alla Rtv, fa l’avvocato e affibbia agli altri, l’opposizione, responsabilità proprie della maggioranza: “In aula il numero legale c’era ma i consiglieri di opposizione, benché presenti, non hanno risposto all’appello e il risultato che è emerso sulle presenze, di fatto, è un falso”. Vabbè, un po’ come dire che se uno finisce fuori strada la colpa è del fosso che gli ha attraversato.

Sta di fatto che questi episodi appaiono il sintomo di un certo subbuglio politico che dura da un po’.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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