L’informazione: Stato e Banca Centrale contro Giannini e Vivoli. Editoriale di Antonio Fabbri

L’informazione: Stato e Banca Centrale contro Giannini e Vivoli. Editoriale di Antonio Fabbri

Stato e Banca centrale
contro Giannini e Vivoli. Editoriale di Antonio Fabbri, L’informazione

Il processo apertosi ieri muove
alcune inevitabili considerazioni.
Si tratta di un procedimento
scaturito dalle indagini portate
avanti nell’ambito dell’inchiesta
sul “conto Mazzini”, richiamata
più volte anche in udienza. L’inchiesta
portò all’acquisizione e
sequestro di documenti in Banca
Centrale nel settembre 2014, tra
cui, appunto, le carte di questo
caso che, poi, diede vita ad un
fascicolo autonomo.
Non si possono non notare diversi
particolari che fanno da cornice
a questo processo.
Intanto la costituzione di parte
civile di Bcsm richiesta nei confronti
di Giannini e Vivoli, seppure
quest’ultimo sia ancora in
forza a Via del Voltone.
Non è stato mai sospeso né è stata
avviata una verifica interna su
questi fatti, che hanno comunque
visto la pantomima delle autosospensioni
e autoriabilitazioni,
fino ad arrivare alle dimissioni
del Direttore e anche a quelle
del Presidente Clarizia, seppure
quest’ultimo non indagato.
L’altro dato è che la difesa di Vivoli,
che a quanto pare incontra
anche il sostegno di Cielle, è curata
dall’avvocato Gian Nicola
Berti, Consigliere di maggioranza.
Nulla di strano se non fosse
che, con la costituzione dell’Eccellentissima
Camera, un Consigliere,
quindi per un sessantesimo
rappresentante dello Stato,
si trova a dover fronteggiare
quello stesso Stato che pure lui
rappresenta, pur rappresentando
però anche il suo assistito, al
quale lo Stato chiede dei danni
che l’avvocato deve osteggiare.
Una contraddizione che è emersa
pure quando nella sua arringa
di ieri l’avvocato Berti ha, di
fatto, sottolineato come avrebbe
dovuto essere il governo – quel
governo che egli stesso come
consigliere sostiene – sul banco
degli imputati a rispondere
in giudizio dei fatti contestati.
Se questo possa avere anche un
significato politico, di biasimo
cioè verso quella parte dell’esecutivo
che presentava paperoni
a Bcsm, è da valutare. Vero è,
però, che questa udienza da sola
ha svelato un bel guazzabuglio
di contraddizioni.

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