Lombardi (PDL), interviene sulla vicenda Palas

Lombardi (PDL), interviene sulla vicenda Palas

A volte non è facile mantenere la calma quando qualcuno con una facile demagogia critica, con il solo scopo di accaparrarsi un voto in più nell’area degli scontenti, senza guardare all’enorme occasione che abbiamo davanti per mandare a casa questa amministrazione incapace e pasticciona.

Già in passato FI prima, il PDL poi, ed io personalmente siamo stati attaccati per atteggiamenti “morbidi” o “compiacenti” con la maggioranza, poi però FI e il PDL hanno avuto sempre risultati assai lusinghieri e tutte le volte che mi sono candidato dentro il partito e nei ruoli istituzionali ho potuto contare su un grande consenso personale. E fino a prova contraria in politica è il consenso che conta. E il consenso non viene regalato, ne alle persone ne ai partiti, ma viene attribuito a seconda dei casi in basa alla credibilità personale od alla affidabilità come prospettiva di governo.

I “capitan fracassa” che solcano la scena politica sono folcloristici e riescono, a volte anche ad avere buoni consensi, ma non mi risulta che abbiano mai raggiunto ruoli di governo. Sono utili solo se inseriti in una rassicurante ipotesi di governo, altrimenti sono inutili solisti al servizio degli avversari. Siccome gli ultimi attacchi arrivano dalla vicenda Palas vediamo di ricostruire i fatti.

La Società Palazzo dei Congressi, e non Fiera Rimini ha affidato con appalto alla Cofathec costruzioni la realizzazione del Palacongressi di Rimini con procedura di general contractor cioè “chiavi in mano” e quindi ogni responsabilità relativa alla costruzione dell’opera resta in capo all’impresa sino al momento della consegna. L’unica colpa che si può addebitare alla Società Palazzo dei Congressi è quella di essersi fidata delle assicurazioni dell’impresa sulla data di consegna del manufatto.

La questione delle staffe nelle colonne, importante dal punto di vista legale, ma ininfluente dal punto di vista sostanziale è rilevante dal mio punto di vista perché comporta un grave ritardo nell’apertura dell’attività del Palas ed un grave danno all’immagine di “Rimini città dei congressi.”

Solo chi ha una visione miope e poliziesca della politica si interessa di ferro cemento e colonne, che viceversa legittimamente possono essere oggetto di attenzione dei tecnici, della stampa ed infine della Magistratura.

A noi, come ha detto l’On. Pizzolante, è interessato condividere la sfida per un Palacongressi europeo che competa nel mercato mondiale e che possa integrarsi con la nostra vocazione naturale di meta per il turismo balneare.

Fra poco in ogni caso il Palacongressi aprirà e costituirà una delle pochissime realizzazioni di questa amministrazione assieme alla Fiera ed al rilancio dell’aeroporto. Guarda caso le uniche iniziative che hanno visto il nostro coinvolgimento e la nostra collaborazione e forse sarà anche per questo che i riminesi stanno dimostrando di fidarsi sempre più di noi.

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