Luca Lazzari, consigliere indipendente: risponde al Segretario Pasquale Valentini

Luca Lazzari, consigliere indipendente: risponde al Segretario Pasquale Valentini

È da inizio legislatura che non
appena l’opposizione si mette a fare l’opposizione subito la maggioranza prende
ad agitare il fantasma della vecchia politica, a gridare al complotto. Del
resto i democristiani di complotti se ne intendono. Ogni volta che si sono
trovati loro all’opposizione non si sono fatti scrupolo alcuno a passare sopra
la volontà degli elettori pur di tornare al governo: 1957 colpo di stato
all’arma bianca, 1986 ribaltone sporco (atto inaugurale del gattismo), 2006
Mario Scaramella.

Chiedo al segretario Valentini
quali siano gli indizi che lo inducono a sostenere che io stia agendo per conto
di qualcun altro, che stia partecipando a un disegno preordinato. Le mie
considerazioni sul comandante Gentili si sviluppano a partire da fatti di dominio
pubblico: l’ordine del giorno presentato lo scorso 19 gennaio dalle forze di
opposizione; le dichiarazioni di Mario Venturini, uomo di vertice della
maggioranza; l’articolo di un giornalista serio e stimato come Antonio Fabbri.
Posso assicurare al segretario Valentini che l’unico complotto cui mi sento
legittimato partecipare è quello che pone l’interesse della Repubblica al di
sopra di ogni altro interesse.  

 Avrei preferito concludere qui la
mia risposta. Purtroppo lo schema argomentativo del segretario Valentini mi
obbliga a scendere nel dettaglio dei punti da lui sollevati.

 1. Sono molte le cose che mi è
impossibile dimostrare e che nonostante ciò sono vere. Per esempio mi è
impossibile dimostrare che l’ordine democratico della Repubblica è alterato
dalla volontà delle massonerie, dell’opus dei, della criminalità organizzata e
di altri consorzi di interesse. Eppure so che è così. Nonostante ciò, come ho
già scritto, troverei di scarso interesse un eventuale collegamento tra
Comunione Liberazione e la nomina del comandante Gentili. Sfidarmi su questo,
dunque, non ha senso.

2. Il comandante Gentili ha
chiuso la sua carriera nell’Arma dei Carabinieri col grado di colonnello. Il
grado di generale gli è stato conferito solo all’ultimo momento come benefit
pensionistico per via di una speciale prassi in uso nelle forze armate.

3. Come il segretario Valentini
ben sa, esiste un relazione del Comando superiore delle milizie fortemente
critica rispetto al profilo tenuto dal comandante Gentili. Se il generale
Martelli nella sua lettera di dimissioni ha utilizzato la formula “per ragioni
di carattere personale”, ritengo lo si debba unicamente alla sua buona
educazione e al rispetto che ha per le istituzioni.

4. Il confronto in maggioranza
sulla riforma di riordino dei corpi ancora non si è concluso perché il testo
del comandante Gentili è stato considerato estraneo alla specificità
sammarinese e privo di equilibrio.

5. Qui il segretario Valentini
gioca sporco e cerca di far passare le mie osservazioni come un’offesa nei
confronti degli agenti di polizia. In realtà a offendere gli agenti di polizia
sono le pratiche che la politica riproduce all’interno dei corpi, in modo
particolare lo svilimento sistemico del merito e la premiazione della
compiacenza. È curioso poi rilevare con quanta
nonchalance il
segretario Valentini parli di “risorse limitate”, quasi come non si trattasse
di una sua specifica responsabilità. Molto poi ci sarebbe da dire sui ritardi
nell’installazione del sistema di videosorveglianza, sulla riduzione delle
spese di casermaggio (sarebbe interessante capire come viene impiegata la somma
risparmiata), sulla cadenza con la quale gli agenti hanno modo di esercitarsi
con la pisotola, sulle mono pattuglie e molto altro ancora.

6. Quello del rapporto tra
Tribunale e Forze di polizia è un argomento molto delicato, ritengo sia
inopportuno renderlo oggetto di questa discussione.

7. Invito il segretario Valentini
a far bastare ai suoi colleghi di maggioranza la stessa risposta che ha voluto
dare a me.

 Difendere le proprie scelte è
certamente un atto di valore di cui do atto al segretario Valentini. Quando
però l’affanno e l’impeto si scontrano con l’evidenza bisognerebbe essere
capaci di fermarsi. Se si passa quel punto e si perde la scommessa l’unica
opzione che rimane è quella di pagare di proprio.

 Luca Lazzari

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy