L’Informazione di San Marino (di ieri)
Recupero soldi obbligo per lo Stato
Un riminese, in là con gli anni, si è visto nei giorni scorsi presentare il conto dallo Stato italiano per Iva evasa negli anni Novanta, vicenda Long Drink. A San Marino gli evasori monofase Long Drink sono trattati come persone d’onore. Anzi da benefattori. In una delibera del Congresso di Stato si parla di generici “futuri risarcimenti a scopi di carattere morale”, da destinarsi “a scopi di solidarietà, o ad attività di carattere sociale o culturale”. Era il periodo – è mai finito? – in cui i governanti gareggiavano in spregiudicatezze. Nel 1996 depenalizzarono il falso in bilancio pro evasori fiscali a danno di altri Stati. Nei primi mesi del 2000 estesero la depenalizzazione ai reati fiscali contro il nostro stesso Stato, truffe liquori comprese. Già nel dicembre del 1999 si aveva avuto notizia dai giornali che il Consiglio avrebbe modificato l’art. 388 del Codice Penale, intitolato “Fabbricazione e contrabbando di beni in frode del pubblico erario”, allo scopo di depenalizzare “il mancato pagamento della monofase su tutti i beni importati in Repubblica”.
Anche se depenalizzato, il fatto, però, è perseguibile per quanto riguarda il risarcimento. Il recupero dei soldi è un obbligo per lo Stato. Ci sono trent’anni di tempo. E se non pagano quelli che hanno evaso la monofase, devono pagare i loro eredi.
Lo Stato non può transigere.
L’arretrato di Long Drink dunque è recuperabilissimo anche a San Marino e, con le rogatorie, pure oltre San Marino. Insomma tutti gli attori di detta ‘frode carosello’, sammarinesi e non, possono essere chiamati in giudizio e costretti a pagare.
Il Sig. Silvano Muscioni chiamato in causa nella vicenda, intervistato nel 2012, ha detto di non dover nulla allo Stato ed ha precisato: “è qualcun altro che ne ha beneficiato. E se sarà necessario lo dirò”.
Dopo di che a San Marino nullo si è più mosso.