Marino Zanotti sull’intervento della Turchia in Irak

Marino Zanotti sull’intervento della Turchia in Irak

Riceviamo e pubblichiamo:

‘La storia spesso si ripete, almeno per quanto riguarda la Turchia.

Era il 1913 e, nel disinteresse generale dell’Europa che aspettava ineluttabilmente il suo macello, i turchi compivano uno dei più orrendi genocidi che il ‘900 ricordi: la strage degli Armeni.

Oggi in Turchia, coloro che osano parlare di quel periodo vengono uccisi o seriamente minacciati, come nel caso del ‘Nobel’ per la letteratura Pamuk.

Con il passare del tempo i turchi non hanno perso il vizietto e gli Armeni di ieri sono diventati i Kurdi di oggi, un popolo che ha il torto di vivere su un territorio disegnato da altri e ricco di petrolio.

È di questi giorni la notizia dello sconfinamento dell’esercito turco in territorio iracheno, alla caccia dei kurdi del PKK, il partito comunista kurdo.

Come hanno potuto farlo? Con il ‘permesso’ degli USA e con l’invito alla ‘moderazione’ da parte dell’UE, il permesso di Bagdad è stato ritenuto superfluo.

Povera Europa! Aveva già declinato ogni responsabilità e persa la residua credibilità politica con il riconoscimento del Kossovo indipendente in ordine sparso, da parte dei vari stati aderenti, non si poteva chiederle di più!

E la Turchia? Tutti si affannano a farle ponti d’oro per averla dalla propria parte, con gli USA nettamente avvantaggiati e lei, la ‘porta dell’Europa’, ne approfitta per ‘risolvere’ il problema kurdo a suo modo, per se e per gli altri.

Auspico che la nostra Segreteria agli Esteri, sulla scia della giusta prudente attesa nel riconoscere il Kossovo, sappia anche in questo caso far sentire la sua piccola, ma importantissima, voce’.

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