Mario Amati assolto dalle accuse del giudice Woodcock, Potenza

Mario Amati assolto dalle accuse del giudice Woodcock, Potenza

Comunicato stampa

Risale al 15 Giugno 2006 l’Ordinanza cautelare con cui il GIP del Tribunale di Potenza Dott. Alberto Iannuzzi, su richiesta dell’allora sostituto Procuratore Dott. Henry John Woodcock ordinava la cattura di 13 persone tra cui S.A. Vittorio Emanuele di Savoia, nell’ambito di una indagine che vedeva complessivamente coinvolte 36 persone.

In tale contesto, Mario Amati, figlio di Lucio Amati, all’epoca Presidente del Credito Sammarinese, veniva raggiunto a sua volta da un Avviso di Garanzia con cui la Procura della Repubblica di Potenza gli contestava il reato di riciclaggio in concorso con 3 cittadini italiani ( Arrighini Carlo – Narducci Gian Nicolino – Vitalini Pier Luigi ).
La vicenda giudiziaria ebbe all’epoca un clamore ed una risonanza mediatica straordinaria.
La Banca Sammarinese della famiglia Amati veniva indicata dal Pubblico Ministero di Potenza come il terminale di un flusso di denaro di almeno 3 milioni di euro di asserita provenienza illecita.
Da qui la grave imputazione di riciclaggio a carico di Mario Amati ritenuto ( peraltro erroneamente ) il Direttore Generale del Credito Sammarinese.
Ci sono voluti 7 anni per veder finalmente sconfessato il teorema accusatorio del Dott. H. J. Woodcock.
Nell’Ordinanza di custodia cautelare un capitolo veniva dedicato a quello che veniva indicato come “ L’AFFARE SAN MARINO “ a cui non sarebbero stati estranei interessi direttamente riconducibili a Vittorio Emanuele di Savoia attraverso le persone parimenti imputate e strettamente collegate al “ RE “ .
Sono state rese note in questi giorni le motivazioni con cui il GUP del Tribunale di Potenza in data 27 Marzo ha ASSOLTO MARIO AMATI dal reato di riciclaggio a lui ascritto PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE.
Con una motivazione assai puntuale, ma altrettanto severa il GUP di Potenza, non senza definire generica la imputazione, finisce col demolire l’impianto accusatorio a suo tempo costruito dalla Procura di Potenza osservando, tra le altre cose, che:
“non è dato individuare neanche sul piano meramente indiziario a chi tali somme appartenessero, quale ne fosse l’origine ne la natura. Non risulta poi individuabile né il conto corrente acceso presso l’Istituto Bancario Credito Sammarinese presso il quale il denaro sarebbe stato fatto confluire, né il soggetto che ne sarebbe intestatario, indicandosi genericamente che la somma sarebbe confluita su di un conto corrente acceso presso L’Istituto di Credito Sammarinese”.
In realtà di quel denaro non è mai stata trovata traccia alcuna presso il Credito Sammarinese ed il tenore della imputazione si è al fin rivelato solo il frutto di una vaga ed inconsistente illazione.
Sulla scorta dei fatti così definitivamente giudicati e qualificati dal Tribunale di Potenza, iniziava 7 anni fa per Mario Amati per suo padre Lucio e per il Credito Sammarinese il doloroso percorso giudiziario che vede oggi viceversa affermata e conclamata la completa estraneità di Mario Amati e della Banca a quelle vicende.
Avv. Alessandro F. PETRILLO

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