Corriere della Sera
Dall’ispezione dell’Uif-Bankitalia si scoprono imprenditori falliti che
hanno usufruito del condono fiscale
la rete della fiduciaria bolognese
per i conti dei vip a San Marino
Lo scudo dello stilista Zanotti, i
Cerasa e le holding in Uruguay
Mario Gerevini
Dentro le fiduciarie. Nomi e cognomi dei titolari dei conti. Il
truffatore, il fallito, l’imprenditore di moda con 50 negozi nel mondo, i
fratelli torinesi con le sponde in Uruguay, albergatori e perfino un
narcotrafficante. Tutti ex evasori che con lo scudo hanno sanato la loro
posizione. Pensavano di rimanere anonimi.
Ma un sospetto boom di mandati fiduciari ha fatto scattare l’ispezione dell’Uif-Bankitalia che ha rilevato violazioni e irregolarità. Le carte sono finite in tre procure.
Le fiduciarie. Le due società fiduciarie in questione sono la Sofir di Bologna e la
Compagnia fiduciaria di Genova (Cfg). Entrambe private e non legate a gruppi
bancari. Hanno scudato per conto dei clienti centinaia di milioni, in gran parte
da San Marino. E’ soprattutto la Sofir a finire nel mirino dell’unità
antiriciclaggio di Bankitalia per una lunga serie di irregolarità
nell’identificare i fiducianti e la provenienza del danaro. La Sofir nasconde segreti di mezza Emilia Romagna con almeno 500 aziende
intestate.Tra queste anche la Teti, la finanziaria dell’ex
Unipol Giovanni Consorte. E caso vuole, per conto terzi, anche la Research
control system (Rcs), apparecchi per intercettazioni: quelli della famosa frase
(Fassino-Consorte) “Abbiamo una banca!”.
Scarpe, design e soldi black. Stilista di scarpe dai tacchi
vertiginosi, oggetti da 500 euro. Origini riminesi, Giuseppe Zanotti “nel 2000 –
recita la biografia ufficiale – apre la prima boutique a Milano. Seguono New
York, Parigi, Londra, Mosca, Dubai, per un totale di circa 50 punti vendita nel
mondo”. Show room in via Montenapoleone e soldi a San Marino, sotto forma di
liquidità e partecipazioni (schermate da un’alta fiduciaria) in Asset Banca. Poi il
tutto (quota della moglie compresa) è stato regolarizzato. Totale: 2,5 milioni
di ‘ex nero’. Stesso percorso per tre signore, madre e figlie, proprietarie dei
tre Toni Hotels a Rimini. Anche loro azioniste occulte di Asset. A San Marino
avevano 4,5 milioni.
Il fallito e l’Uruguay.L’azienda fallisce, dipendenti e creditori restano col cerino in mano e lui, l’imprenditore, che fa? Regolarizza i soldi sottratti al Fisco , 1,2 milioni detenuti nella Cassa di San Marino. Si chiama Arturo Spini, la Sofir “dimenticò” l’adeguata verifica. E così per un altro fiduciante scudato, Fabio Porcellini, indagato dalla procura di Forlì e collegato a Flavio Carboni.
L’elenco è lungo ma i fratelli torinesi Walter e Marco Ceresa spiccano per importi e internazionalità. Il primo è, tra l’altro, presidente di Iren Energia, una delle principali controllate del gruppo Iren, quotato in Borsa. Gestiscono il loro patrimonio da due fondazioni del Liechtenstein (Mactch Point e Gae Stars stiftung), hanno quote in società uruguaiane, hanno scudato polizze assicurative e perfino un credito in contenzionso con la Pivat Bank di Zurigo. Avevano nascosto al Fisco ben 18 milioni. La Sofir glieli ha scudati tra molte irregolarità.
E ha chiuso due occhi quando Giovanni Battista Lancini, finanziere
che tentò la scalata al Verona Calcio, aveva acceso un mandato per far rientrare
da San Marino 2 milioni. Lancini aveva precedenti penali per truffa.
E Nicola Femia, mai segnalato dalla Sofir? Aprì il mandato fiduciario 2008-108 per ‘coprire’ le quote della società
Tecnoslot, un enorme volume d’affari nei videogame. Femia è stato condannato ed arrestato per reati gravi, è considerato un
narcotrafficante legato alla ‘ndrangheta della Locride. La Sofir ha fatto finta di non vedere.Anche a questo servono le fiduciarie.