Maurizio Cattelan a Rimini. Dichiarazione del Sindaco Andrea Gnassi

Maurizio Cattelan a Rimini. Dichiarazione del Sindaco Andrea Gnassi

Dichiarazione del sindaco di Rimini
Andrea Gnassi:

Rimini non ha scelto Cattelan né Cattelan ha chiesto a
Rimini
. Ci siamo trovati, forse grazie alla curiosità e al coraggio reciproco.
In un momento storico in cui la città cambia (no cemento, grandi motori
culturali al posto di quelli immobiliari), Rimini ha incrociato il più discusso
e controverso degli artisti mondiali che ha puntato il suo sguardo verso una
città dalle mille interpretazioni e contraddizioni. Cattelan ha percepito il
cambiamento di Rimini e per questo e in questo senso ‘l’ha
scelta’. La forza dell’arte è che consente ad ogni testa, ad ogni
occhio, ad ogni cuore, insomma ad ognuno di noi di interpretare l’opera
stessa, di interpretare l’opera ed il contesto che la ospita. In
definitiva ognuno di noi ha un suo angolo di lettura. Niente come l’arte
contemporanea, con le sue allusioni, visioni, metafore, il suo rompere codici
estetici consolidati, sa esprimere il senso della modernità e dunque delle
città in movimento. Il Duomo di Leon Battista Alberti non andò ad
‘offendere’, ricoprendola di simboli ambigui, la più antica Chiesa
di San Francesco? Caravaggio non fu forse ripudiato dalla committenza quando
dipinse una figura sacra prendendo a modello una prostituta morta affogata nel
Tevere? Lo stesso teatro Galli non andò a rompere traumaticamente
l’armonia di una piazza d’armi? Oggi giornalisti, fotografi, media,
blogger di tutto il mondo, incuriositi dall’opera di Cattelan, scoprono
Rimini città romana (opere al ponte di Tiberio e all’arco
d’Augusto); Rimini oggetto di un grande cantiere teatrale dopo 70 anni di
nulla e di macerie, vera e propria zavorra per la nostra comunità; le
contraddizioni e le ipocrisie di una città che esattamente 30 anni fa
contestava ferocemente Tondelli per la sua descrizione di Rimini quale
Nashville o Las Vegas italiana, salvo oggi rimpiangerlo perché ‘allora
eravamo il centro del mondo’; di una città persino costretta a vivere con
il peso di un machismo greve, rimpianto e anche tollerato (c’erano anche
i concorsi in cui si davano i punteggi alle donne…). Queste sono mie,
personali suggestioni, tra le tante, nel caleidoscopio delle interpretazioni,
nessuna delle quali definitiva. In questo senso chi sta a Rimini oggi è
fortunato: perché nel mondo si parlerà di Rimini, e Rimini stessa dibatterà sul
linguaggio dell’arte, sulla irruzione dell’arte contemporanea nella
storia della città, nella sua carne viva. Si discuterà d’arte nel mondo e
in Italia grazie a Rimini. In un’Italia in cui si dibatte solo di calciomercato
e rancori. Si discuterà di cultura e della sua potenza, con la leggerezza di un
altro simbolo, questo tutto balneare, riminese: una cartolina. Cartoline
appunto. E chi nella vita, andando in vacanza, non ha mai spedito una
cartolina? Ce n’erano e ce ne sono di tutti i tipi: hanno monumenti,
paesaggi, bellezze, spesso ironiche, irriverenti, imbarazzanti, scherzose,
ambigue, metaforiche. Oggi Rimini evoca, racconta i suoi paesaggi urbani, i
suoi cambiamenti, con la semplicità, l’ironia e la forza di cartoline
fatte da uno dei più grandi artisti del mondo.
 

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