Mis sulla politica estera del governo

Mis sulla politica estera del governo

Mis sulla politica estera del governo 

Lo stato dei rapporti italo–sammarinesi, a seguito delle infelici dichiarazioni rilasciate da un segretario di Stato poco meno di una settima fa, unitamente al mancato allineamento delle misure emergenziale ai comuni limitrofi, sono stati un vero banco di prova della tenuta della maggioranza – da sempre forte nei numeri ma debole politicamente – e dei suoi rapporti interni.

Questa è la chiave di lettura politica che oggi ieri si è materializzata nell’aula consiliare e davanti al Paese.

Con il paradosso o l’aggravante (scegliete voi) che la politica estera, a seguito delle innumerevoli prese di posizione da parte degli esponenti di governo, sia diventata – nel governo – una delega collegiale piuttosto che individuale.

Basterebbe ripercorrere le svariate prese di posizione, le interviste, le comparsate in salotti televisivi di tanti congressisti in questi ultimi due mesi.

Ci pare evidente che ogni segretario di Stato abbia cucito, sulla propria delega, un pezzo di politica estera. Con prese di posizione il cui effetto, stante la brutalità situazione, non sembrerebbe essere poi stato assai favorevole.

La politica ha le sue regole, i suoi riti, le sue strategie, i suoi opportunismi, i suoi trasversalismi nei confronti dei quali non ci scandalizziamo. Anzi. 

Ci sia consentita, però, una riflessione.

Il problema di fondo è che, il rapporto con Roma, è diventato terreno di scontro per le beghe interne alla maggioranza.

Proprio nel momento in cui la storica amicizia e collaborazione con Roma è vitale, non solo per l’emergenza sanitaria, ma per la cooperazione economica. Questo è il lato oscuro e grave di questa situazione.

Non ci possiamo permettere tensioni. Avremmo voluto che – oltre al termine della uscente sessione – il Consiglio Grande e Generale fosse protagonista di un ordine del giorno corale per rilanciare lo stato dei rapporti italo – sammarinesi.

Occorreva un atto politico forte.

Non per sudditanza, non perché siamo figli di un Dio minore, non perché “dobbiamo fare così” a prescindere e senza possibilità di manovra.

Perché questo è, in fondo, il nostro compito principale: stare dalla stessa parte quando si è in emergenza.

Questo è il vero e unico discrimine tra chi gioca solo al proprio tornaconto politico e/o chi, a prescindere dai ruoli di maggioranza e minoranza, vuole cercare di salvare la nostra Repubblica.

 

Movimento ideali socialisti

 

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