Mobilità e cassaintegrazione non pesano sullo Stato

Mobilità e cassaintegrazione non pesano sullo Stato

Ma chi paga la cassaintegrazione e la mobilità ai lavoratori? L’interrogativo, in questi tempi di dura crisi, sta circolando parecchio in Repubblica, e molto spesso a sproposito. La riposta è invece molto semplice: a pagare sono i lavoratori e le imprese.


E’ quanto replica la Federazione Lavoratori Industria della CSU all’articolo pubblicato nell’edizione del Resto del Carlino di giovedì 19 febbraio dal titolo”Altri licenziamenti in vista. Quanto pesano sul bilancio statale 1600 cassaintegrati?”.

Ecco la replica della FLI-CSU

“I dubbi e gli interrogativi sui costi delle tutele sociali, in questo caso la cassaintegrazione, non hanno alcuna consistenza e fondatezza. Per pagare la cassaintegrazione ai lavoratori frontalieri e sammarinesi non vengono infatti utilizzate risorse del bilancio dello Stato, ma quelle del “Fondo Cig”, finanziato dalle imprese, invece i lavoratori del settore privato (con una quota dei loro stipendi) e le imprese che non hanno cassaintegrazione finanziano il “Fondo inattività” per disoccupazione e mobilità. Entrambi i fondi, tra l’altro, in questi anni hanno accumulato un forte attivo.

E’ insomma chiaro che non paga Pantalone! E’ dunque completamente fuorviante parlare di benefici a pioggia (solo?) per i frontalieri che “non vivono neppure sul territorio”.
Non è così: i lavoratori frontalieri che stanno facendo i conti con la crisi non godono di alcun beneficio o regalo elargito dallo Stato, ma semplicemente usufruiscono di quelle tutele sociali che hanno conquistato, realizzato e pagato con il loro lavoro. Questo vale per i frontalieri, così come vale per i sammarinesi.

Pensare insomma che i lavoratori in cassaintegrazione pesino sul bilancio dello Stato è completamente sbagliato e profondamente ingiusto. Immaginare addirittura una ‘guerra degli stracci’ tra cassaintegrati frontalieri e cassaintegrati sammarinesi è semplicemente una cosa che non esiste.

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