Moderati, Romeo Morri. Quell’inciucio. Conferenza stampa, Agenzia Dire

Moderati, Romeo Morri. Quell’inciucio. Conferenza stampa, Agenzia Dire

MORRI: ELEZIONI

ISTRUZIONE E CULTURA MOTORI DELLO SVILUPPO  “CON DIMISSIONI SMASCHERATO INCIUCIO; SU ATENEO GRANDE AMAREZZA”

  (Il grande rammarico per il progetto di sviluppo dell’Universita’, ma anche la certezza di avere contribuito all’ulteriore crescita della scuola sammarinese. L’ex segretario di Stato per la Cultura, Romeo Morri, protagonista con il collega alla Giustizia, Augusto Casali, delle dimissioni che hanno innescato la crisi di governo, traccia con la stampa un resoconto dei suoi quattro anni in Contrada Omerelli. Togliendosi dalla scarpa anche qualche sassolino. “Le mie dimissioni- manda a dire- non sono state un gesto irresponsabile o scorretto.
 Semplicemente ho smascherato l’inciucio, un fidanzamento sfociato poi in un matrimonio tra aree politiche diverse senza nessun coinvolgimento della maggioranza. E cio’ e’ molto discutibile”.     Morri comunque elogia il lavoro fatto dall’esecutivo in tempi decisamente difficili: “Sono state fatte cose egregie, passaggi esemplari come il pacchetto antimafia e l’allineamento internazionale”. Nel settore della pubblica istruzione, entra poi nel dettaglio di quanto fatto in un quadriennio da ministro, sono stati fatti “molti tagli”, ma non puo’ essere considerata una “cenerentola: credere nella scuola e nella cultura e’ una scommessa importante”. Una scommessa che Morri ha accettato, portando avanti per esempio le politiche di privatizzazione, specie negli asili nido. “Non sono il demonio, occorre trovare il giusto equilibrio pubblico-privato”. E solo cosi’ si sono potuti creare altri 60 posti per i piu’ piccoli. Poi e’ arrivata la questione della struttura di Falciano, con una “gestione demagogica” su cui si sono innestate “altre dinamiche” e la maggioranza ha fatto un passo indietro, come testimonia l’accoglimento nell’ultima seduta di Consiglio dell’istanza per mantenere la struttura pubblica. Sul fronte dell’istruzione, prosegue Morri, “abbiamo reso piu’ permeabile il sistema con quello italiano, mantenendo le nostre peculiarita’”. Ma certo, sottolinea, “servono investimenti”. Invece la scuola e’ vista come “centro di spesa”: cosi’ “gli sgambetti all’interno della maggioranza non sono mancati”. Lo sviluppo dell’Ateneo, svela Morri, resta la “mia grande amarezza: per due anni ho portato avanti un progetto coraggioso, come la facolta’ di Medicina”, per portare gli studenti da 450 a 2.500, ma “nel concreto c’e’ stata paura” e tutto si e’ arenato. Invece “l’Universita’ va sviluppata perche’ significa economia pulita”. La cultura e’ stata il fiore all’occhiello della gestione Morri, “senza avere speso un euro in consulenze” e valorizzando le eccellenze sammarinesi, in tutti i campi. Si e’ puntato sull’alleanza con il turismo e da li’ sono venute le grandi mostre, la partecipazione alla Biennale e kermesse quali “L’alba sul Monte” che hanno esaltato il made in San Marino.     Infine le politiche giovanili, con il grande lavoro di prevenzione nelle scuole, ma anche la necessita’ di rivedere “Forum e commissione, che sono in difficolta’”. Pubblica istruzione, cultura e universita’, sottolinea Morri, possono essere “il nuovo modello di sviluppo per il Paese”. Infatti, chiosa la collega di partito Angela Venturini, sono diventati “un settore strategico, a forte valenza economica”, come il successo delle grandi mostre ha messo in evidenza. Eppure a inizio legislatura il settore era snobbato e nessuno voleva quella segreteria di Stato. Il rammarico verso la maggioranza, conferma, resta lo sviluppo dell’ateneo, che e’ stato “bloccato.
 C’erano progetti ma non si e’ fatto nulla”. Eppure, conclude, “un Paese non si governa con l’arroganza, il settarismo e il clientelismo sfrenato. Dal referendum sul territorio era arrivato un chiaro segnale, ma non e’ stato colto e il Patto si e’ arenato”. Fino all’inciucio tra Democrazia cristiana e Partito dei socialisti e dei democratici.

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