Molesta i clienti di un bar di Rimini, la Polizia di Stato lo arresta: non potrà frequentare locali pubblici per un anno

Molesta i clienti di un bar di Rimini, la Polizia di Stato lo arresta: non potrà frequentare locali pubblici per un anno

La Polizia di Stato di Rimini ha tratto in arresto un cittadino italiano, resosi responsabili dei reati di resistenza, minaccia e lesioni personali a Pubblico Ufficiale.

A darne notizia la Questura di Rimini che precisa come, “nella tarda serata del 10 marzo, verso le ore 22:00 circa, un equipaggio dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura veniva inviato presso un bar del centro cittadino, poiché era stata segnalata la presenza di tre soggetti molesti all’interno.

Giunti sul posto, gli operatori entravano all’interno del bar e, avvicinati i soggetti molesti, li conducevano, con non poca fatica, all’esterno dell’esercizio pubblico. Due di loro si mostravano, sin dal primo momento, non collaborativi e mostravano un atteggiamento molto aggressivo nei confronti del personale operante, rifiutandosi di fornire le proprie generalità.

Al rifiuto di farsi identificare, i poliziotti tentavano di farli salire a bordo della volante per condurli in Questura, ma i due si opponevano tanto da dover fare intervenire un altro equipaggio. Anche presso gli uffici della Questura il comportamento non cambiava, in particolare di uno dei due, un italiano di 35 anni, che cercava di fuggire venendo a contatto con uno degli agenti. Nella colluttazione che ne seguiva, l’agente rimaneva ferito e, conseguentemente, l’autore dei fatti veniva tratto in arresto.

Dagli accertamenti successivi, si appurava che lo stesso individuo, oltre ad annoverare numerosi precedenti di polizia, era stato tratto in arresto anche la sera dello scorso 29/02/2024, unitamente ad altri due soggetti, dopo un movimentato inseguimento con l’autovettura.

Considerati i fatti, il Questore di Rimini adottava nei confronti dell’uomo un provvedimento di divieto di accesso a tutti i locali pubblici della provincia (DACUR) per un anno”.

La questura “ricorda che nei confronti delle persone indiziate ed imputate vige la presunzione di innocenza”.

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