Movimento Rete: Teodoro Lonfernini: Segretario di Stato o Feudatario?

Movimento Rete: Teodoro Lonfernini: Segretario di Stato o Feudatario?

Teodoro Lonfernini: Segretario di Stato o Feudatario? E la risposta di Teodoro Lonfernini a una lettera anonima?
Ma se non si vuole dare alcun peso a una lettera anonima perché un Segretario di Stato prende carta e penna e ne scrive? Se si considera, come scrive, ingenuo chi le dà peso, perché lui le dà peso?
Inoltre perché Lonfernini rimarca sempre questa appartenenza alla sua famiglia come titolo di merito, come se ciò fosse sufficiente a determinare la sua “ragione”?
Anche molti di noi sono fieri di appartenere alle proprie famiglie, ma solitamente non ci si mette, all’interno di un confronto, a disquisire su paragoni in base al censo, né in base al nome…
Ci ricorda un po’ i bambini quando si rinfacciano che “io sono più ricco” “no, sono più ricco io”.
Ci pare cosa molto puerile e ci fa sorridere che chi usa argomentazioni puerili si senta idoneo a sta-bilire che cosa è sintomo di ingenuità, come in questo caso.
Lonfernini in aula, in merito alla famigerata lettera anonima (ma ricordiamo sommessamente che il peso di una notizia lo determinano gli interventi che ne discutono, dunque anche quello di Lonfer-nini), ha detto:
1) che è a conoscenza di chi l’abbia scritta
2) che la sua famiglia (di Lonfernini) è più antica di quella di chi ha scritto la lettera.
Ora, se lui sa chi l’ha scritta allora la lettera non è anonima… cioè, lo è per noi, che non lo sappiamo, ma per Lonfernini evidentemente no… e perché non fa quel nome?
Noi non sappiamo se sia attendibile o meno… poco ci interessa. Ma noi non sappiamo chi l’abbia scritta. Forse chi conosce il nome dello scrivente dovrebbe comunicarlo.
Inoltre, noi forse siamo duri di comprendonio, ma non capiamo cosa si voglia intendere con “la mia famiglia è più antica della sua”.
Forse che a San Marino si ha più diritto di parola se si appartiene a una famiglia più antica? Solita-mente succede proprio così… in un paese feudale!
Ma qua se non ci siamo persi dei passaggi dovremmo ancora essere -almeno formalmente- in una democrazia, e in una democrazia ogni cittadino è parimenti legittimato a esprimere la sua opinione e quanto dice ha pari autorevolezza a prescindere dal censo o dal nome della famiglia di provenienza: tuttalpiù il discrimine dovrebbe farlo la sensatezza di ciò che si dice, ma in tal caso non siamo sicuri, almeno in questo caso, che ci sia coincidenza tra araldica e ragionevolezza.
L’ultimo cittadino che ha ottenuto la cittadinanza l’altro ieri, ha pari diritto e pari autorevolezza dell’erede della famiglia più antica.
Questo atteggiamento ci pare un retaggio storico di un paese feudale, che fino a tempi recenti nomi-nava per cooptazione, all’interno delle “famiglie che contano”, i politici e la classe dirigente.
Per loro è questione di sangue blu… e viene in mente il bel film di Sordi, “Il Marchese del Grillo”, in cui questo modo di intendere il proprio ruolo sociale induceva Sordi a sostenere che “Io so’ io, e voi non siete un cazzo”.
Molti sono rimasti evidentemente a quei tempi lì: conta la famiglia da cui provieni, non altro!
Provate se siete curiosi a consultare gli annali delle composizioni dei vari governi sammarinesi, i cognomi che si incontrano sono sempre gli stessi… con la cooptazione o meno…per qualcuno sembra veramente difficile non considerare il nostro paese come una  proprietà sua o della sua famiglia!
Anche qua c’è grande bisogno di rinnovare. Abbiamo iniziato a farlo e continueremo a farlo.
Movimento R.E.T.E.
Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità

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