Muccioli e Ugolini sulle lavoratrici in gravidanza

Muccioli e Ugolini sulle lavoratrici in gravidanza

Le donne gravide penalizzate dal nuovo decreto di legge.

I Consiglieri : Claudio Muccioli e Giovanni Francesco Ugolini contestano parte del nuovo decreto, elaborato dalla Segreteria di Stato alla Sanità, sulla tutela delle lavoratrici in gravidanza, definito la “fine di un incubo”, come hanno titolato alcuni giornali, in quanto, pur chiamandolo in modo differente “astensione anticipata”, la stessa equipara amministrativamente la gravidanza alla malattia. I Consiglieri D.C., che si ricorda hanno depositato, sin dal mese di ottobre, una proposta di legge relativa alla tutela complessiva della lavoratrici in gravidanza, contestano aspramente l’articolo 8 del Decreto che prevede per il periodo di astensione anticipata il percepimento dell’86% della retribuzione, la stessa retribuzione prevista in caso di malattia. Il nuovo progetto sospende i controlli domiciliari, ma con il riconoscimento della retribuzione dell’86% equipara la gravidanza alla malattia. Si contesta fortemente lo “status di malattia” e si preannuncia la presentazione di un apposito emendamento, ritenendo che il riconoscimento della retribuzione, per tutto il periodo dell’astensione, debba essere del 100%. Il ricorso all’astensione anticipata è determinata da motivazioni ambientali e lavorative, indipendenti dalla volontà delle lavoratrici, pertanto non è giustificato che le stesse siano penalizzate per condizioni create da altri. Questo concetto deve essere alla base di ogni atto a tutela delle donne, in questo particolare periodo della loro vita, senza falsi proclami che penalizzano le stesse lavoratrici. La volontà del Decreto di considerare la gravidanza come malattia è confermato anche nell’articolo 5 dove si sancisce che l’astensione è possibile solo fino al 6° mese di gravidanza, come è oggi previsto per le gravide in malattia, impedendo di fatto alle lavoratrici di accedere al requisito previsto di potersi astenersi dal lavoro fino ai 120 giorni dopo il parto. Anche in questo caso le donne si troverebbero penalizzate non per loro volontà, ma a causa di condizioni organizzative aziendale disagiate. La maggioranza ha, come al solito, prodotto l’ennesimo pateracchio, purtroppo questa volta sulla testa delle lavoratrici, pertanto i consiglieri Muccioli e Ugolini, si augurano il recupero di questi principi fondamentali con la correzione del Decreto e il riconoscimento dei più ampi diritti.

San Marino 15 Maggio 2008
Claudio Muccioli
G. Francesco

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