Mularoni (San Marino, Esteri) ha detto a Di Vizio su Carisp San Marino – Sopaf

Mularoni (San Marino, Esteri) ha detto a Di Vizio su Carisp San Marino – Sopaf

Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: Svelati i retroscena dell’incontro a Palazzo Begni. «Per l’ex ad Mario Fantini, la consulenza onerosissima era una cosa irregolare» / Quei milioni dovevano salvare il Titano / Il segretario Mularoni al pm: «Ghiotti mi disse: temo che Gatti mi chieda una tangente»

SAN MARINO. Una cifra che avrebbe dovuto far dormire sonni tranquilli a tutti: specie a San Marino che, in quel periodo – sotto procedura rafforzata del Moneyval e col blocco delle carte di credito annunciato – rischiava di rimanere isolato dal mondo. Doveva forse essere quella la natura del “sovrapprezzo” da 15 milioni che, nel dicembre del 2008, secondo l ’ intermediazione dell’allora segretario di Stato alle Finanze Gabriele Gatti (ora Capitano Reggente), Cassa di Risparmio di San Marino avrebbe dovuto pagare a Delta  per la vendita delle quote in Delta. Gatti disse di essersi intromesso per «il bene del paese». Ma per Mario Fantini, allora amministratore delegato di Carisp (scomparso a marzo), altro non fu se non una «pressione politica» per compiacere qualcuno. La vicenda è spiegata nel dettaglio dal segretario di Stato agli Esteri Antonella
Mularoni
  al pm forlivese Fabio Di Vizio, allertato a indagare dallo stesso Fantini: la trascrizione della sua audizione – avvenuta il 6 settembre del 2010 – fa parte del corposo fascicolo “Varano” (l’inchiesta sui flussi di denaro tra Carisp e Delta, appena avviatasi alle conclusioni). «Ghiotti mi disse: “Temo che Gatti mi chieda la tangente”», riporta la Mularoni lo sfogo che l’allora presidente di Carisp Gilberto Ghiotti usò con lei per convincerla a presenziare all’incontro che, tra Gatti, Fantini e lo stesso Ghiotti, doveva delineare le fila dell’affare Sopaf-Delta. In sostanza, nel corso di quel famigerato colloquio a Palazzo Begni, Gatti rese noto a Fantini di essere stato contattato da alcuni «amici di Roma». Per far tutti contenti e chiudere la vertenza che Sopaf aveva aperto a Bologna contro Carisp, sarebbe stato bene pagare un po’ di più per quelle quote. «Da Roma – dice la Mularoni a Di Vizio – gli amici di Gatti gli avevano fatto presente che sarebbe stato opportuno trovare una soluzione al problema perché rischiava di scoppiare una bomba non indifferente. Gatti gli fece capire che era nell’interesse di San Marino che loro cercassero di trovare una soluzione per Sopaf, proprio per evitare che ci fossero azioni ulteriori di Sopaf che avrebbero potuto mettere in difficoltà Carisp».

Leggi l’intero
articolo di Patrizia Cupo
, Corriere Romagna San Marino

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy