Napoli, pane della camorra arriva dall’Est: congelato a costi bassi invade il mercato

Napoli, pane della camorra arriva dall’Est: congelato a costi bassi invade il mercato

Il Mattino

Napoli, pane della camorra arriva dall’Est:
congelato
a costi bassi invade il mercato

Rosaria Capacchione

Farina, acqua, lievito, sale: il pane è la somma di questi ingredienti, anche
volendo non potrebbe mai avere un cattivo sapore, al più poco piacevole al gusto
di qualcuno perché troppo salato o insipido. Il pane che arrivava nelle mense
scolastiche dei bambini di San Marino, invece, non era buono, non piaceva a
nessuno, non lo voleva a nessuno.

E fu per questo, due anni fa, per le
lamentele dei genitori, che il panificio Vallefuoco rinunciò alla fornitura, un
contratto di Stato con la Repubblica del Titano conquistato nel 2008 in virtù
dei prezzi bassissimi, imbattibili. Un’offerta, ha raccontato il segretario di
Stato per l’istruzione, Romeo Morri, che si era rivelata la più conveniente. I
rapporti tra il panificio Vallefuoco, i cui titolari sono originari di
Sant’Antimo e Afragola, e la Repubblica di San Marino sono abbozzati in una
inchiesta della Dda di Bologna, che recentemente ha indagato sui collegamenti
tra i panificatori e le succursali emiliane e romagnole dei Casalesi del gruppo
Schiavone e del clan Mariniello.
Non era il panificio, però, l’oggetto
dell’inchiesta, piuttosto la Ises di Rimini, impresa di recupero credito gestita
da Francesco Vallefuoco. Nel Titano erano arrivati guardando alla Fincapital,
società finanziaria specializzata negli investimenti immobiliari, commissariata
però alla fine dello scorso anno. Un atto che ha bloccato ogni pretesa; sogni di
espansione definitivamente accantonati a gennaio, quando alla finanziaria è
stata inibita ogni possibilità operativa.
Ma, al di là, del ruolo della
famiglia Vallefuoco nell’economia emiliana e romagnola, la contestata fornitura
di Stato alle mense scolastiche delle scuole materne ha sollevato un problema al
quale la rinuncia al contratto ha impedito di dare una risposta: come faceva, il
panificatore campano, ad assicurare prezzi stracciati in piena crisi del grano e
con i conseguenti aumenti vertiginosi dei prodotti da forno? di che qualità era
il pane, che i pur affamati bambini rifiutavano sistematicamente? e da dove
arrivava?
Il sospetto degli investigatori campani, che stanno sviluppando
un filone parallelo dell’inchiesta, è che nel settore della panificazione stia
accadendo qualcosa di molto simile a quanto si registra in quello della
mozzarella di bufala: cioè, l’acquisto di prodotto semilavorato e congelato nel
grande mercato dei Paesi dell’Est, dove l’abbattimento verticale dei costi della
manodopera consente guadagni altissimi sul prodotto finito.
Non che
l’impiego di impasto congelato sia vietato dalla legge, ma deve essere
dichiarato, così come la sua provenienza geografica, a maggior ragione se
coincide con aree dell’Europa nelle quali gli standard sanitari sono
notevolmente più bassi. Come denunciano da più tempo le associazioni di
categoria, la limitazione viene invece aggirata, e anche con una discreta
facilità. Ne traggono beneficio i fornitori delle grandi catene di
distribuzione, che riescono ad accaparrarsi contratti vantaggiosissimi
eliminando, in virtù del prezzo che riescono a garantire, ogni forma di
concorrenza, soprattutto quella di qualità.
C’è la mano della camorra?
Negli uffici investigativi ricordano che i clan, soprattutto i Casalesi e quelli
dell’hinterland napoletano, controllano la distribuzione dei generi alimentari
in maniera ramificata: nella grandi catene e in quelle medio-piccole. In qualche
caso, sono anche i fornitori della materia prima o del prodotto semilavorato: la
pasta destinata alla produzione della mozzarella che arriva dalla Romania, per
esempio, è stata trattata in allevamenti di bufale che in molti casi
appartengono al clan dei Casalesi.
L’esperienza fatta con il panificio
Vallefuoco intanto, nella piccola repubblica del Titano ha fatto da lezione: dal
2010 il pane consumato negli asili nido, scuole d’infanzia ed elementari è
fornito con il marchio «Terra di San Marino», a garanzia che le farine sono
ottenute da coltivazioni locali. E il pane che arriva sulla nostra tavola?

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