Rimini. Case popolari, approvata la parità di condizioni tra i conviventi di fatto

Rimini. Case popolari, approvata la parità di condizioni tra i conviventi di fatto

RIMINI. La prima commissione consiliare approva la parità di condizioni tra i conviventi di fatto, le coppie unite da vincoli di matrimonio e le unioni civili, e recepisce i nuovi requisiti economici per accesso e permanenza negli alloggi pubblici introdotti dalla normativa regionale. 

Comunicato stampa

Parità di condizioni per i conviventi di fatto e nuovi requisiti economici per l’accesso e il mantenimento negli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Queste le principali novità approvate questa mattina dalla prima commissione consiliare con 17 voti favorevoli e 7 astenuti. La commissione ha recepito la recente legge statale “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze” (76/2016) che riconosce ai conviventi di fatto il diritto al subentro nel contratto di locazione e l’accesso all’Erp in condizioni di parità rispetto alle coppie unite da vincoli di matrimonio e alle unioni civili.

Questo implica, tra le altre novità, che verranno considerate valide le domande provenienti da conviventi more uxorio dal momento in cui è stata instaurata la convivenza e senza richiedere, come accade con l’attuale regolamento, che la convivenza perduri da oltre 2 anni per l’accesso e da oltre 4 anni per l’istituto dell’ampliamento del nucleo familiare. Recepiti anche i requisiti economici per l’accesso e la permanenza negli alloggi di edilizia residenziale pubblica e le modalità per il calcolo e l’applicazione dei canoni Erp, indicati dalla nuova normativa regionale. Una novità importante che, a Rimini, implicherebbe 25 casi di decadimento per la permanenza in alloggi pubblici non sussistendo più, con i nuovi parametri, le condizioni richieste.

Congiuntamente alle modifiche dei parametri economici è stata però accolta anche la proposta precedentemente approvata dal tavolo provinciale, che prevede la sospensione dell’emanazione del provvedimento di decadenza per quei nuclei familiari che abbiano superato i limiti Isee e del patrimonio mobiliare al massimo del 10% o del 20% se in condizione di fragilità o vulnerabilità attestate dal servizio sociale competente. Dei 25 casi precedenti sono 14 quelli che rientrano in queste casistiche. Per questi casi sarà richiesta la sospensione dal provvedimento (che prevede un iter non superiore ai 24 mesi), che verrà stabilita dopo adeguata valutazione delle singole situazioni.

Un provvedimento utile in questa fase di passaggio per concedere a questi casi un maggior lasso di tempo per reperire una soluzione abitativa. Nel periodo di sospensione al nucleo familiare verrà applicato comunque il canone maggiorato stabilito per l’area della decadenza.

“L’obiettivo di fondo – afferma Gloria Lisi, Vicesindaco con delega alla protezione sociale del Comune di Rimini – è cambiare un approccio culturale, e non solo un regolamento amministrativo; non possiamo più considerare infatti l’edilizia pubblica come qualcosa ottenuto in eterno ma, più correttamente, un servizio per fare emergere da una condizione temporanea di emergenza famiglie e cittadini in difficoltà. Le modifiche approvate questa mattina sono un passo in avanti che permette di migliorare la gestione del patrimonio residenziale pubblico nella direzione di una maggiore equità sociale e nella valorizzazione completa dei diritti civili. Una piccola rivoluzione in un ambito storicamente immobile e quasi impermeabile rispetto i mutamenti sociali, economici e civili. Modifiche coerenti con il nostro impegno che ci ha permesso, negli ultimi anni, di liberare o rendere disponibili per il turnover abitativo più di cento abitazioni recepite sia nel patrimonio pubblico che in quello privato. L’obiettivo è sia quello di incrementare questo turnover sia quello di facilitare una più equa distribuzione a chi davvero ne ha bisogno, contrastando senza sosta chi se ne approfitta”.

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