Stupro di gruppo a Rimini: il Comune si costituirà parte civile

Stupro di gruppo a Rimini: il Comune si costituirà parte civile

RIMINI. E’ il primo cittadino di Rimini che fa sentire la sua voce nella mattinata di domenica 27 agosto 2017, poche ore dopo la violenza di gruppo che ha avuto come vittime una coppia di polacchi – pestato a sangue lui, stuprata lei da quattro persone sulla spiaggia di Rimini al bagno 130 – e un trans – stuprato anche lui dal ‘branco’. Andrea Gnassi, in una dichiarazione rilasciata alla stampa, auspica la massima punizione prevista – “senza sconti, senza attenuanti, senza psicologismi e sociologismi, senza buone condotte: la punizione massima prevista dalle leggi vigenti” – e annuncia che “la comunità riminese si costituirà parte civile allorché comincerà il processo nei confronti dei pazzi criminali responsabili di tutto questo“. Messi infine in atto tutti i sostegni possibili per le tre vittime.

Stupro del ‘branco’: dichiarazione del sindaco di Rimini Andrea Gnassi:

“Non nascondiamolo: davanti a fatti tremendi, fuori anche da ogni perversa ‘logica’ criminale, in cui il tratto dominante è il male e la mancanza di qualsiasi pietà e umanità, vacilla l’architrave stessa della convivenza delle persone in quella che si definisce comunità. Ognuno di noi, d’istinto, può pensare a qualsiasi tipo di punizione possibile per i responsabili. Per le tre vittime dell’allucinante notte di terrore tra venerdì e sabato, Rimini chiede giustizia. Significa, una volta individuati, arrestati e processati, condannare i responsabili alla punizione massima prevista dalle leggi vigenti. Senza sconti, senza attenuanti, senza psicologismi e sociologismi, senza buone condotte: la punizione massima prevista dalle leggi vigenti.

Siamo tutti sconvolti, Rimini è sconvolta per questa notte di violenza improvvisa, inaudita, belluina e crudele. Ma soprattutto Rimini la comunità riminese si stringe adesso intorno alle vittime. Il Comune, insieme all’Ausl e ad altre istituzioni, ha già attivato tutte le misure di aiuto e supporto, da quello medico sanitario a quello psicologico, agevolando anche il collegamento con le famiglie per i due ragazzi polacchi. Continueremo a farlo nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Ed è per loro che la comunità riminese si costituirà parte civile allorché comincerà il processo nei confronti dei pazzi criminali responsabili di tutto questo. Siamo sicuri che non ci sarà da aspettare molto”

L’Ufficio stampa

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