San Marino. Gli studenti del Titano lanciano il ‘Coffee blind’

San Marino. Gli studenti del Titano lanciano il ‘Coffee blind’

SAN MARINO. Un’interfaccia tattile e sonora pensata per consentire anche ai non vedenti di preparare un caffè. E’ questa l’idea alla base del progetto curato dagli studenti di Design dell’Università di San Marino, finalisti del concorso ‘Progetto Simbiosi, De’ Longhi per i giovani designer’. Il prototipo ‘Coffee blind’ è stato esposto in mostra al Mudec di Milano.

[c.s.] Un gruppo di giovani studenti di design dell’Università degli Studi di San Marino è tra i finalisti del contest “Progetto Simbiosi, De’Longhi per i giovani designer” con il progetto “Coffee Blind”, un’interfaccia tattile e sonora per non vedenti.

L’idea di questo progetto è nata da una riflessione: fare un caffè è un’arte quotidiana, una coreografia di gesti ordinati, un’esplosione di gusto e di inebrianti aromi. Un rito talmente radicato nella vita di tutti i giorni che, per molti, è diventato ormai “automatico”. Molteplici sono infatti le proposte di macchine da caffè semi-professionali, in grado di offrire un’esperienza curata in ogni aspetto, dalla materia prima alla degustazione finale, progettate per rendere user-centered l’esperienza d’uso ma che non includono nel target di riferimento la fascia di popolazione affetta da disturbi della vista o cecità. L’idea attorno al quale ruota il progetto è quella di tradurre il rito del caffè, fatto di una serie di gesti, in un’interfaccia tattile e sonora che lo renda accessibile al target di riferimento, i non vedenti. Per farlo è stato ideato un sistema fisico esterno alla macchinetta del caffè Superautomatica, che possa essere collegato ad essa tramite Wi-fi. Il sistema consiste in una semplice pulsantiera braille con un tasto centrale e 2 laterali che, abbinati ad una serie di feedback acustici, consente di raggiungere tutte le funzioni della superautomatica.

Questo, insieme agli altri 13 prototipi è stato esposto in una mostra gratuita e aperta al pubblico e ha rappresentato il punto di arrivo del Progetto, partito a novembre 2016 e pensato per valorizzare le eccellenze del Made in Italy, sensibilizzando i giovani, stimolandone la creatività e permettendo loro di avvicinarsi alle culture artigianali e alle eccellenze manifatturiere del territorio italiano.

Il Progetto Simbiosi, partito nell’ottobre 2016, chiedeva agli studenti di 10 tra i più importanti ed accreditati Istituti, Atenei ed Accademie di design italiani (Politecnico di Milano e di Torino, le Università di Palermo, Napoli e Genova, La Sapienza di Roma, Accademia Belle Arti di Verona, IED di Venezia, IUAV di Venezia e IUAV di S. Marino, ISIA di Firenze) di concorrere alla configurazione di nuovi prodotti o al restyling di prodotti già esistenti, proponendo alternative estetico/formali, di utilizzo, di materiali e di fruizione, di alcuni tra gli oggetti d’uso domestico più utilizzati in cucina: dalle macchine per caffè (manuali o superautomatiche) ai bollitori, dai toaster ai montalatte, senza escludere tutti gli accessori ad essi correlati come tazzine, lattiere, ecc…

Il lavoro degli studenti, spesso inserito anche nel piano di studi, è stato anticipato da un percorso itinerante realizzato da un pool di professionisti dell’azienda De’Longhi che ha incontrato, in 4 mesi, gli studenti partecipanti al contest per trasmettere loro la cultura industriale e i saperi artigianali del territorio veneto.

Risultato degli incontri è stata la realizzazione, da parte degli allievi, di circa 280 elaborati – tra relazioni, video e storytelling – che si sono poi concretizzati in 66 progetti definitivi giudicati da una giuria d’eccezione composta da sei membri autorevoli: l’architetto Mario Bellini, Sam Baron direttore del dipartimento design Fabrica, Francesco Morace, sociologo e saggista, Simone Panfilo co-fondatore di Lovedesign, e presieduta da Fabio De’Longhi.

 

 

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